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Cronaca

Addio a “Giando 44”: Giandonato Bava, il ciclista che sfidò Capo Nord, muore dopo quattro giorni di agonia

Aveva 80 anni e un’energia da ragazzo. Sopravvissuto a migliaia di chilometri in bici tra pioggia, vento e dislivelli infiniti, non è riuscito a vincere l’ultima battaglia, dopo il terribile incidente lungo la provinciale 180 a San Gillio

Addio a “Giando 44”: Giandonato Bava, il ciclista che sfidò Capo Nord, muore dopo quattro giorni di agonia

Giandonato Bava

È morto dopo quattro giorni di agonia Giandonato Bava, 80 anni, ciclista amatore conosciuto in tutta Italia con il soprannome di “Giando 44”. Un nome che per tanti appassionati di ciclismo significava determinazione, coraggio e amore per la vita. Era rimasto coinvolto in un gravissimo incidente stradale lungo la provinciale 180, nel territorio di San Gillio, nel pomeriggio di lunedì 6 ottobre. Da allora era ricoverato al Cto di Torino, dove i medici avevano tentato l’impossibile per salvarlo. Ma le ferite riportate nello scontro si sono rivelate troppo gravi: Giandonato Bava non ce l’ha fatta.

Secondo una prima ricostruzione, Bava si trovava in sella alla sua inseparabile bicicletta per il consueto allenamento quotidiano, quando avrebbe urtato un Ford Transit parcheggiato in un punto dove la sosta non sarebbe stata consentita. L’impatto, violentissimo, lo ha scaraventato sull’asfalto. Subito soccorso dai passanti, è andato in arresto cardiaco – forse a causa di un infarto, o come conseguenza diretta dello scontro – ma i sanitari del 118 sono riusciti a rianimarlo e a trasportarlo in elicottero al Cto. Lì, i medici hanno constatato un politrauma cranico, toracico e cervicale e lo hanno intubato: la prognosi era da subito riservata. Le sue condizioni venivano monitorate ora per ora, ma il suo fisico, provato da un impatto devastante, non ha retto.

Nato a Saluzzo nel 1944 e da anni residente ad Avigliana, Bava era un ex imprenditore nel settore degli articoli sportivi, ma soprattutto un instancabile protagonista del mondo amatoriale delle due ruote. Non era un professionista, ma aveva lo spirito di un atleta vero: disciplinato, caparbio, sempre pronto a una nuova sfida. Il suo nome è legato a decine di imprese ciclistiche estreme, come la celebre NorthCape4000, la più lunga maratona ciclistica d’Europa, un viaggio di oltre 4.500 chilometri in solitaria da Rovereto fino a Capo Nord, attraverso dieci Paesi, tra dislivelli impossibili, pioggia, vento e lunghi giorni senza notte.

 Giandonato Bava

Giandonato Bava a Capo Nord

Aveva affrontato quell’avventura nel 2021, a 77 anni compiuti, con una forza e una serenità che avevano lasciato tutti a bocca aperta. Partito con il sorriso e con la sua bici carica di borse e speranze, aveva attraversato Slovenia, Croazia, Slovacchia, Ungheria, Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia, Finlandia e Norvegia, pedalando giorno e notte, dormendo poco, sbagliando strade e affrontando tratti sterrati in condizioni estreme. Era arrivato 99° su 198 partecipanti, ma per chi lo conosceva era arrivato primo nel cuore di tutti. “L’importante non è vincere, ma arrivare”, diceva sempre, con la modestia e il sorriso di chi sa che il traguardo più grande è la libertà di pedalare.

Solo pochi mesi fa, nel 2025, aveva partecipato al Tuscany Trail, un’altra avventura in solitaria lunga oltre 400 chilometri tra boschi, colline e sterrati toscani, una delle gare di bike packing più dure e affascinanti d’Italia. Fino all’ultimo giorno, “Giando 44” ha continuato a sfidare i propri limiti, dimostrando che la passione può tenere giovane anche un corpo di ottant’anni.

Chi lo conosceva lo descrive come un uomo solare, ironico, pieno di energia, sempre pronto a incoraggiare gli altri. Un ciclista che sapeva trasformare ogni salita in un motivo per sorridere, ogni fatica in un racconto. Era un punto di riferimento per tanti sportivi della Val di Susa, ma anche per chi lo seguiva online, affascinato dalle sue avventure documentate con semplicità e umanità. “Giando non correva per vincere coppe, correva per sentirsi vivo”, raccontano gli amici del gruppo ciclistico aviglianese con cui si allenava ogni settimana.

Nella vita era stato un imprenditore di successo, ma aveva scelto di dedicare gli anni della maturità alla sua più grande passione: il ciclismo. Un amore che lo aveva portato lontano, oltre i confini della fatica, della paura e, ora, anche della vita.

Nei prossimi giorni verranno resi noti data e luogo dei funerali, che con ogni probabilità si terranno ad Avigliana, la città dove viveva e dove tanti amici, sportivi e appassionati si stanno già preparando a rendergli l’ultimo omaggio.

Un uomo, una bicicletta, un viaggio infinito. Giandonato Bava, “Giando 44”, continuerà a pedalare nel ricordo di chi lo ha amato e di chi, guardando una strada che sale, sentirà ancora la sua voce sorridente dire: “Dai, che il peggio è passato”.

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