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Fagioli, il cartellino giallo che avrebbe potuto ripagare i debiti: il rifiuto di un’etica più forte della tentazione

Quando il gioco d’azzardo incontra il calcio, una confessione illumina un lato oscuro poco conosciuto

Fagioli, il cartellino giallo che avrebbe potuto ripagare i debiti: il rifiuto di un’etica più forte della tentazione

Fagioli, il cartellino giallo che avrebbe potuto ripagare i debiti: il rifiuto di un’etica più forte della tentazione

Un momento di forte tensione in un locale di Trofarello, una proposta inattesa: «Prendi un fallo, fatti ammonire, quel cartellino giallo può ripianare i tuoi debiti». È l’autunno del 2023 quando Nicolò Fagioli, giovane centrocampista classe 2001 allora alla Juventus, si ritrova davanti a un bivio che avrebbe potuto cambiare il suo destino. Debiti accumulati con scommesse illegali spingono in una spirale difficile da evitare, ma lui sceglie di dire no. Una scelta di etica personale che emerge nitida nelle dichiarazioni rilasciate alla Procura di Torino e che apre uno squarcio inquietante sul fenomeno delle scommesse clandestine nel mondo del calcio.

L’accusa che scuote il calcio italiano

Nell’indagine coordinata dal pm Manuela Pedrotta e condotta dalla Squadra Mobile e dal Sisco di Torino emerge un intreccio delicato tra gioco d’azzardo, debiti, e la tentazione di manipolare partite e azioni in campo. Conosciuto come "calcioscommesse", questo fenomeno ha radici profonde nella gestione illecita delle scommesse online, una rete che ha travolto diversi calciatori, tra cui spiccano nomi come Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo.

Fagioli svela di aver scommesso per più di un anno, accumulando perdite rilevanti e debiti con gestori di piattaforme illegali. Ma a fronte di questa pressione crescente, il centrocampista ha ricevuto una proposta che aveva del paradossale: «Potevo prendere un cartellino giallo, fare un fallo da ammonizione, e in questo modo ripianare parte dei miei debiti». U

n’offerta che ha rifiutato nettamente, perché «contraria alla mia etica» e anche consapevole che «sarei stato scoperto subito» a causa dei rigorosi controlli e algoritmi che monitorano picchi anomali nelle scommesse.

Il lato nascosto delle scommesse sui cartellini

Le scommesse non riguardano solo i risultati delle partite ma includono oggi mercati più sofisticati e controversi: falli, ammonizioni, cartellini gialli e rossi, azioni specifiche. Questa complessità alimenta un circuito pericoloso in cui giocatori possono essere invitati a "combinare" azioni di gioco per ripagare debiti o guadagni illeciti, una pratica che mina l’integrità dello sport.

Fagioli, in un interrogatorio reso a giugno 2023, ha spiegato che questo tipo di scommesse vengono monitorate attentamente dalle autorità: «Esistono dei controlli e delle segnalazioni rispetto ai picchi delle scommesse». Tuttavia, la pressione psicologica e il dramma personale connesso al gioco d’azzardo spingono molti atleti e persone comuni a scelte pericolose.

Il giovane calciatore è oggi indagato per esercizio abusivo di attività di gioco e scommessa, nell’ambito di una inchiesta che non esclude ulteriori sviluppi, compresa la possibile frode sportiva in caso di cartellini cercati consapevolmente sulle partite.

Un percorso di dipendenza e crisi personale

Il caso di Fagioli si inserisce in un quadro più ampio che vede i giovani sportivi talvolta vittime di dipendenze da gioco d’azzardo, un fenomeno che ha aumentato la propria incidenza anche nel mondo del calcio professionistico. Scommesse illegali, piattaforme non autorizzate e la pressione del successo portano a situazioni di debito e stress emotivo che rischiano di compromettere la carriera e la vita privata.

Fagioli stesso ha raccontato di aver giocato per oltre un anno, trascinato in una spirale che gli ha causato grandi problemi prima di confessare alle autorità. Nel suo racconto emerge la volontà di non piegarsi a compromessi facili né a metodi poco etici: un segnale importante in un ambiente spesso segnato da omertà e silenzi.

Il ruolo delle forze dell’ordine e la lotta al gioco d’azzardo illegale

L’inchiesta di Torino è solo una delle tante in Italia volte a stroncare il mercato illegale delle scommesse online, un business devastante che coinvolge grandi capitali ma anche piccole vittime ignare o disperate. La collaborazione tra la Procura, la Squadra Mobile e il Sisco dimostra l’importanza di una strategia coordinata per contrastare il fenomeno, che non si limita al calcio ma coinvolge diversi ambiti dello sport e del gioco.

Le attività investigative sondano le reti di gestori, piattaforme illegali, e i circuiti di scommettitori, per arrivare a comprendere le dinamiche interne e i possibili coinvolgimenti di atleti professionisti, come nel caso di Fagioli, Tonali, Zaniolo e altri. Sono stati stralciati i casi di scommettitori anonimi, che rischiano sanzioni amministrative e multe, con l’obiettivo di isolare e punire chi alimenta la rete illegale.torino.

Il significato dell’etica sportiva oggi

Il rifiuto di Fagioli di accettare un ammonizione "combinata" per rientrare dai debiti offre un esempio di come l’etica personale possa diventare una barriera solida contro le tentazioni del gioco illecito. Sottolinea anche la necessità di politiche di prevenzione e supporto ai giovani calciatori, spesso esposti a rischi psicologici e sociali poco conosciuti.

La vicenda invita a una riflessione più ampia sull’integrità dello sport, sulla trasparenza delle competizioni e sul ruolo educativo degli atleti come modelli per le nuove generazioni. La denuncia pubblica e la collaborazione con le autorità possono rappresentare un primo passo verso un ambiente sportivo più pulito e onesto.

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