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Cronaca
04 Ottobre 2025 - 16:54
Terrore in tuta grigia: l’uomo che si abbassa i pantaloni davanti alle ragazze
Passeggia da solo, con passo tranquillo, una tuta grigia come divisa e un volto che nessuno saprebbe descrivere davvero, se non con un aggettivo: anonimo. Eppure, dietro quell’anonimato, si nasconde un comportamento che sta facendo discutere e preoccupare la cittadina di Carignano, dove da alcuni giorni si rincorrono le segnalazioni di un uomo che si avvicinerebbe a ragazze molto giovani per poi abbassarsi i pantaloni e sparire nel nulla.
Un copione che, secondo più testimonianze, si sarebbe ripetuto in diversi punti del paese: tra il quartiere Platano, la zona della Molinetta e perfino durante la serata dei fuochi d’artificio, quando l’affollamento avrebbe offerto al presunto esibizionista l’occasione perfetta per confondersi tra la folla. Nessuna aggressione, nessun contatto fisico – almeno stando alle testimonianze – ma un gesto indecente che ha lasciato sgomento e paura tra chi l’ha visto e tra i genitori delle giovani coinvolte.
L’uomo sarebbe sulla cinquantina, di corporatura e altezza medie, capelli brizzolati, sempre vestito in abbigliamento sportivo grigio. Agirebbe da solo, scegliendo luoghi frequentati da ragazzi e ragazze, comparendo e scomparendo con rapidità. In più casi, chi lo avrebbe incrociato racconta lo stesso scenario: uno sguardo sfuggente, un movimento improvviso, poi la fuga.
Al momento, non risultano denunce formali, ma le segnalazioni crescono, tanto da aver spinto le forze dell’ordine ad avviare verifiche e sopralluoghi. Gli inquirenti stanno cercando di dare un nome e un volto a quella figura che ormai è diventata oggetto di paura e chiacchiere di quartiere. Si lavora incrociando le descrizioni fisiche e i luoghi segnalati, nella speranza di individuare l’uomo e chiarire l’esatta dinamica dei fatti.
Tra le ipotesi, non si esclude che possa trattarsi di una persona affetta da disturbi psichici, circostanza che renderebbe necessario un approccio non solo repressivo ma anche sanitario. Resta però centrale la tutela delle presunte vittime, che in diversi casi sarebbero minorenni, e la necessità di evitare che episodi di questo tipo vengano archiviati come semplici “voci di paese”.
A Carignano, l’allarme corre di bocca in bocca. Nei gruppi social locali, nei bar, nelle scuole: tutti parlano del “tizio in tuta grigia”. Qualcuno invita alla prudenza, altri alla rabbia, molti chiedono maggiore presenza delle pattuglie nei luoghi più frequentati. E intanto cresce la sensazione che, dietro il velo del silenzio, si nasconda un disagio profondo, un pericolo che – anche solo per la paura che genera – merita di essere preso sul serio.
Perché, al di là della cronaca, questa vicenda interroga la coscienza collettiva: la capacità di una comunità di proteggere i suoi giovani, di ascoltare chi denuncia, e di non restare indifferente di fronte a gesti che, pur senza violenza fisica, colpiscono la dignità e la sicurezza di tutti.
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