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Cronaca

Settimo Torinese: evade due volte dai domiciliari e ruba nei negozi. Bloccato dai Carabinieri

Ai domiciliari per furti, lascia l’abitazione in due occasioni: le segnalazione di un esercente, intervento della Tenenza dell’Arma e riscontro su vestiti identici a quelli descritti in un precedente colpo

Evade due volte dai domiciliari

Evade due volte dai domiciliari e ruba nei negozi di Settimo Torinese: bloccato dai Carabinieri

Nei giorni scorsi a Settimo Torinese un uomo di 30 anni, già sottoposto agli arresti domiciliari per una condanna a un anno legata a precedenti furti, è uscito di casa in due distinte occasioni senza alcuna autorizzazione, trasformando la restrizione in una sequenza di nuove violazioni e nuovi guai.

La prima traccia del suo movimento arriva da un negozio in periferia, dove il titolare chiama i Carabinieri denunciando un furto appena consumato; la pattuglia della Tenenza interviene, individua il sospetto e lo blocca poco dopo, accompagnandolo in caserma per le procedure di rito connesse all’evasione. È durante l’identificazione che spunta l’elemento decisivo: gli indumenti indossati dal fermato combaciano con la descrizione fornita da un altro esercente vittima di un colpo nei giorni precedenti, stesso taglio dei capi e stessa combinazione cromatica; un dettaglio che non chiude il cerchio da solo, ma rafforza la pista investigativa su una possibile serie di furti a firma dello stesso autore.

Gli accertamenti proseguono per ricostruire tappe e orari delle due uscite non autorizzate, verificare eventuali complici e collegare la condotta del trentaenne ad altre segnalazioni giunte nelle ultime settimane: i militari stanno comparando le immagini delle telecamere private e comunali lungo le direttrici d’ingresso e uscita dalla zona commerciale, incrociandole con gli orari delle chiamate al 112 e con le annotazioni dei pattugliamenti.

Resta sul tavolo il fronte giudiziario: a carico dell’uomo scattano l’arresto per evasione e le contestazioni connesse ai furti in negozio; la documentazione verrà trasmessa all’autorità giudiziaria che valuterà l’eventuale aggravamento della misura, incluso il possibile trasferimento in carcere in luogo dei domiciliari, alla luce della reiterazione della condotta e della concreta pericolosità sociale desunta dagli episodi.

Al di là degli esiti processuali, il caso pone l’ennesimo riflettore su un punto fermo della cronaca: il regime dei domiciliari non è una “libera uscita”, ma una misura equiparata alla detenzione sotto il profilo degli obblighi e delle conseguenze; varcarne la soglia senza permesso è un reato autonomo che si somma alle altre imputazioni, come dimostra la sequenza di queste ore.

Intanto gli esercenti coinvolti stanno formalizzando le denunce con inventario della merce sottratta e quantificazione dei danni, mentre i Carabinieri stanno completando gli atti per consolidare la catena di prove, dal riconoscimento degli abiti al recupero di eventuali refurtive, con l’obiettivo di ricondurre a unità un frammento di microcriminalità che, tra periferia e centro, pesa sulla percezione di sicurezza di residenti e commercianti.

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