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Cronaca
19 Settembre 2025 - 00:50
Fuga da Pralormo: scomparsi Adriano Battaglia e Maria Russano, la donna condannata per omicidio
Da martedì notte non si hanno più notizie di Adriano Battaglia, 31 anni, e Maria Russano, 45. I due si sono allontanati dalla comunità di recupero per tossicodipendenti di Pralormo, riuscendo a eludere la sorveglianza e a far perdere le proprie tracce. Da allora, silenzio assoluto: nessuna telefonata, nessun messaggio, nessun indizio utile a capire quale direzione abbiano preso.
Per Battaglia non è una novità. Negli ultimi mesi era già scappato due volte, a gennaio e a marzo, e in entrambe le occasioni era stato ritrovato. Una fuga quasi “abituale”, sempre seguita da un ritorno. Stavolta, però, lo scenario cambia radicalmente, perché al suo fianco c’è Maria Russano, una donna dal passato che pesa come un macigno.
Nell’ottobre del 2020, a Casabona, in provincia di Crotone, Russano accoltellò a morte Filomena Baffi, l’anziana che l’aveva cresciuta come una figlia sin da quando era bambina. Un delitto che sconvolse l’opinione pubblica per la brutalità e per il legame di sangue “adottivo” spezzato in modo così efferato. Nel maggio 2021 arrivò la condanna: 10 anni e 8 mesi di reclusione con rito abbreviato, pena scontata parzialmente in carcere prima del trasferimento in Piemonte, nella comunità di Pralormo, per avviare un percorso di recupero.
Un’accoppiata che inquieta. Non solo per le fragilità personali, ma anche perché entrambi necessitano di cure farmacologiche costanti. Il rischio che possano trovarsi in gravi difficoltà fisiche e psicologiche cresce col passare delle ore. Secondo i carabinieri, i due viaggiano insieme e hanno interrotto di proposito ogni contatto con familiari e amici. Una fuga che potrebbe essere stata pianificata, ma che resta comunque preoccupante.
Le descrizioni diffuse dagli inquirenti sono dettagliate. Adriano Battaglia: alto 1,80, 75 chili, capelli castani lunghi raccolti in uno chignon, occhi azzurri. La notte della fuga indossava un maglioncino blu, giubbotto beige, jeans e portava con sé una borsa da palestra nera e rossa. Maria Russano: 1,55 di altezza per 66 chili, capelli neri lisci, occhi marroni. Sul braccio destro un tatuaggio inconfondibile: una rosa trafitta da una spada. Al momento dell’allontanamento indossava un top nero, pantaloni neri, una camicia a quadri bianchi e neri; era truccata e portava orecchini vistosi.
A rompere il silenzio è stata Maria Grazia, madre di Adriano, intervenuta mercoledì sera alla trasmissione Chi l’ha visto?. «Già martedì mattina avevano provato a scappare, ma erano stati ripresi. Poi, all’una di notte, sono riusciti a eludere la sorveglianza. Mio figlio mi ha sempre chiamata, ogni volta che si allontanava. Mi chiedeva di andare a prenderlo, di riportarlo a casa. Questa volta niente. Nessuna telefonata, nessun segnale. Non è da lui». Parole spezzate dall’angoscia, a cui si aggiunge la preoccupazione per la presenza di Russano. «Lei è molto gelosa, temo possano aver raggiunto delle amiche in Calabria. Ma dalla comunità non si esce così facilmente. Qualcuno potrebbe averli aiutati».
Il caso è ora seguito dalle forze dell’ordine con il supporto del Comitato scientifico ricerca scomparsi Odv, che collabora alle ricerche e raccoglie segnalazioni da tutta Italia. L’appello resta lo stesso: chiunque li avvisti deve chiamare immediatamente il 112.
Col passare del tempo, l’ansia cresce. Da una parte c’è la speranza che, come in passato, Adriano decida di farsi vivo. Dall’altra c’è la consapevolezza che stavolta non è solo, e che accanto a lui c’è una donna con una storia che riapre ferite profonde e che riporta alla memoria un delitto mai dimenticato.
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