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Cronaca
30 Agosto 2025 - 17:47
Via Artom

Quello di via Artom non è un episodio isolato. In soli quindici giorni, quattro persone si sono tolte la vita a Mirafiori. Una sequenza agghiacciante che parla di dolore e isolamento. Il 15 agosto un uomo di 95 anni si è lasciato morire tra le fiamme dell’incendio che lui stesso aveva appiccato al suo appartamento di via Quarello, attendendo nella vasca da bagno che il fuoco lo avvolgesse. Pochi giorni dopo, un ragazzo di 28 anni ha scelto di spararsi, travolto da una delusione amorosa che non riusciva a sopportare. E ancora, un altro caso ha scosso il quartiere: un uomo ha vegliato per una settimana il corpo della sorella morta, senza chiedere aiuto a nessuno.
Mirafiori, già segnato da fragilità sociali e da un tessuto urbano difficile, diventa così lo specchio di un problema più ampio. Non solo cronaca nera, ma la fotografia di una città che fatica a intercettare le vite spezzate, invisibili, consumate nel silenzio. Via Artom, con il suo ultimo dramma, diventa simbolo di una ferita profonda: quella della solitudine che si trasforma in tragedia, senza che nessuno riesca a intervenire in tempo.
Affrontare il tema del suicidio non è mai semplice. Ma quando il dolore diventa insopportabile e sembra non esserci via d’uscita, sapere a chi rivolgersi può fare la differenza. In caso di emergenza immediata la prima cosa da fare è chiamare il 112, il numero unico per le urgenze, attivo in tutta Italia.
Chi invece vive una condizione di sofferenza interiore, o conosce qualcuno che possa trovarsi in pericolo, può contare su servizi dedicati all’ascolto e al supporto. Tra questi c’è Telefono Amico, raggiungibile ogni giorno dalle 10 alle 24 al numero 02 2327 2327. È disponibile anche una chat WhatsApp al 345 036 1628, attiva dalle 18 alle 21, per chi preferisce scrivere piuttosto che parlare.
Un altro punto di riferimento è Samaritans Onlus, che risponde al numero 06 77208977 (con costi legati al proprio piano tariffario). Anche in questo caso il servizio è attivo tutti i giorni, dalle 13 alle 22, offrendo ascolto e sostegno a chi si sente sopraffatto dalla propria situazione.
In momenti di fragilità può sembrare impossibile chiedere aiuto, ma tendere la mano resta il primo passo per non restare soli di fronte a pensieri che rischiano di trasformarsi in tragedia.
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