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30 Agosto 2025 - 08:21
Prenotano su Booking ma trovano una casa privata: famiglia vercellese vittima del “falso albergo”
Arrivi davanti al cancello, trolley al seguito, convinto di aver trovato l’occasione giusta per una settimana al sole. Dall’altra parte ti apre una proprietaria stupita: nessuna prenotazione, nessun affitto, quella casa è in vendita. È lo choc vissuto da una famiglia del Vercellese a Tunisi, finita nella rete della truffa del “falso albergo” — sempre più spesso “falso appartamento” o B&B — che usa foto vere per affitti inesistenti. Un episodio che, secondo le prime informazioni, non è rimasto isolato: solo sette giorni prima, un’altra famiglia avrebbe vissuto la stessa disavventura.
La famiglia vercellese aveva prenotato un alloggio a Tunisi attraverso la piattaforma Booking, pagando in anticipo come richiesto dall’annuncio. Una volta sul posto, la doccia fredda: la legittima proprietaria dell’immobile ha spiegato di non avere alcuna prenotazione a loro nome e che la villa era online perché in vendita, non in affitto. Costretti a trovare al volo un’altra sistemazione e a sostenere nuove spese, al rientro in Italia i coniugi hanno presentato denuncia alla Polizia postale di Vercelli per ottenere almeno il rimborso dell’importo versato.
La dinamica, spiegano gli investigatori, è purtroppo collaudata. Il truffatore: - intercetta foto di immobili reali, spesso in vendita; - costruisce un profilo- annuncio credibile su siti e piattaforme, talvolta anche affidabili e molto note, come Booking o i comparatori di ricerca tipo Trivago; - propone “affitti brevi” a prezzi invitanti, chiedendo il pagamento anticipato. Il risultato, all’arrivo, è una struttura inesistente, non disponibile o — come in questo caso — abitata da altri. Un raggiro che colpisce due volte: oltre al danno economico, crea criticità immediate, soprattutto quando ci si trova all’estero e senza punti di riferimento.
Dopo la denuncia, la Questura di Vercelli richiama alcune verifiche di buon senso che possono fare la differenza: - controllare con attenzione foto e recensioni, specie quando non si tratti di strutture alberghiere ma di privati; - cercare un contatto diretto con proprietari o gestori, per confermare disponibilità e condizioni; - diffidare di offerte eccessivamente vantaggiose rispetto al mercato. “Queste piccole accortezze – sottolinea la Polizia – possono scongiurare la truffa del falso albergo e le sue conseguenze, più gravose quando si viaggia oltreconfine.”
Il caso di Tunisi è il promemoria di una fragilità dell’economia degli affitti brevi: tra la promessa di risparmio e l’urgenza di prenotare, è facile abbassare la guardia. Le piattaforme restano strumenti utili e, nella grande maggioranza dei casi, sicuri; ma come ogni ambiente digitale possono essere bersaglio di annunci fraudolenti. Agire con prudenza — verifiche incrociate, contatti diretti, attenzione ai dettagli — non toglie spontaneità al viaggio: semplicemente riduce il rischio di trasformare una vacanza in un percorso a ostacoli.
Polizia Postale
Una famiglia di Vercelli ha prenotato una villa per una settimana a Tunisi tramite Booking con pagamento anticipato, solo per scoprire all’arrivo che la prenotazione non esisteva: l’immobile era in realtà in vendita e non destinato agli affitti. È stata sporta denuncia alla polizia. La Questura ha raccomandato di valutare con cura foto, recensioni e di diffidare di offerte troppo vantaggiose.
Il fenomeno delle "case vacanza fantasma" è in crescita: milioni di italiani cadono nell’inganno ogni anno, con danni economici per centinaia di milioni di euro. In alcune zone come il Cilento, si registrano casi dove foto reali vengono rubate da altri annunci e usate per pubblicare falsi affitti, con caparre che arrivano anche a 700–800 €.
Le truffe non riguardano solo gli alloggi: portali truffaldini che imitano Booking o Airbnb sono sempre più diffusi — a maggio 2025, un dominio su 21 riguardante il turismo era sospetto o malevolo. Gli stratagemmi includono phishing via email o WhatsApp, chat ufficiali compromesse, messaggi falsi che richiedono nuovi pagamenti, siti clone identici agli originali.
Per difendersi: usare solo piattaforme affidabili, pagare tramite sistemi tracciabili, verificare attentamente URL e comunicazioni, controllare recensioni, e in caso di dubbi comunicare via canali ufficiali o denunciare.
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