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Cronaca
23 Agosto 2025 - 18:24
Era venerdì sera quando Nicole Munier, 16 anni appena compiuti, si trovava a una festa di paese a Gignod, piccolo comune alle porte di Aosta. Una serata come tante, tra amici e musica, che si è trasformata in un enigma inquietante. Da quel momento, della ragazza non si hanno più notizie. L’ultimo segnale, un messaggio inviato all’alba di sabato 23 agosto al suo ragazzo e a un’amica, intorno alle 5:30 del mattino. Poi, il silenzio. Un silenzio che da ore si fa sempre più pesante, che diventa paura, che si trasforma in angoscia.
Secondo le prime ricostruzioni, la giovane si sarebbe allontanata dopo una lite con un ragazzo – non il suo fidanzato – e con un’amica. È uscita dalla festa, imboccando a piedi la statale che conduce verso Aosta. Non aveva con sé documenti, denaro, né un bancomat. Poco dopo il telefono si è spento e da allora ogni tentativo di contatto è risultato vano. Un dettaglio che getta un’ombra ancora più cupa: Nicole indossava abiti leggeri, adatti a una serata d’estate – pantaloncini neri con due strisce bianche, un top bianco, una felpa rosa e stivali verdi – ma nulla che lasci intendere una partenza pianificata. Non c’era alcun bagaglio, nessuna preparazione, solo la fuga improvvisa di una ragazza che fino a poche ore prima stava ridendo con gli amici.
La madre, disperata, racconta che la figlia non avrebbe avuto motivo di sparire volontariamente. Eppure, da quella discussione non è più tornata. La denuncia ai carabinieri di Aosta è stata immediata. Le ricerche sono partite dalla zona della festa, allargandosi lungo la statale e nei boschi vicini. Pattuglie, volontari e amici hanno iniziato a setacciare il territorio. Ogni ora che passa è un macigno sul cuore della famiglia, che lancia appelli continui: “Aiutateci a ritrovarla, ogni informazione può essere utile”.
Intanto, la comunità valdostana si mobilita. Sui social si moltiplicano i post con la foto della ragazza: capelli castano scuro con mèches biondo scuro, lunghi fino alle spalle, occhi marroni, alta circa un metro e sessantacinque. I gruppi Facebook locali rilanciano gli appelli, la notizia corre veloce tra chat e bacheche, nel tentativo di ampliare il più possibile la rete di chi potrebbe averla vista anche solo per un istante. In un’epoca in cui i social sono spesso accusati di diffondere superficialità, questa volta diventano uno strumento cruciale per dare voce all’ansia collettiva.
C’è un dettaglio che colpisce: Nicole è uscita di casa come fanno tante ragazze della sua età, per vivere una serata d’estate in compagnia, e ora l’intera comunità si interroga sul perché non sia tornata. Le domande si moltiplicano: è un allontanamento volontario? Un gesto impulsivo dopo una lite? O dietro c’è qualcosa di più grave? Le ore passano, le ipotesi si accavallano, ma ciò che resta è il vuoto che si apre in una famiglia, e un senso di smarrimento che avvolge tutti.
Oggi, ad Aosta, non si parla d’altro. Le ricerche continuano senza sosta, mentre gli amici della ragazza rilanciano gli appelli con una sola frase che riecheggia ovunque: “Ogni ora è preziosa”. Perché in questi casi il tempo è il nemico più feroce. Ogni minuto che passa può fare la differenza tra la speranza e la disperazione.
Insomma, la scomparsa di Nicole Munier non è solo un fatto di cronaca: è il dramma di una comunità che si stringe intorno a una famiglia, sperando che da un momento all’altro arrivi la notizia che tutti attendono. Che Nicole torni a casa, sana e salva.
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