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Cronaca
25 Luglio 2025 - 11:07
Tragedia in mare: 12enne annega davanti agli amici sulla spiaggia libera
Una giornata d’estate si è trasformata in tragedia sul litorale di Pescara, dove nel tardo pomeriggio di mercoledì 24 luglio 2025 una ragazzina di 12 anni, di origine straniera, è morta annegata mentre faceva il bagno insieme ad alcuni amici. L’episodio è avvenuto nel tratto di spiaggia libera compreso tra i lidi Plinius e Nettuno, zona centrale e molto frequentata del lungomare cittadino.
La giovane si trovava in acqua con due coetanei, quando – secondo le prime ricostruzioni – si sarebbe allontanata leggermente dalla riva e, in pochi istanti, è scomparsa alla vista. I compagni, accorgendosi che non riemergeva, hanno lanciato l’allarme. Un bagnante ha allertato i bagnini della zona, che si sono subito attivati per le ricerche. Nel giro di pochi minuti sono arrivati anche i vigili del fuoco, gli operatori del 118 e le squadre specializzate nei soccorsi in acqua.
Le operazioni si sono concentrate nella zona degli scogli, dove si teme che la ragazzina sia rimasta intrappolata o disorientata. Dopo oltre un’ora di ricerche, il corpo è stato finalmente individuato e recuperato. Subito dopo, i soccorritori hanno tentato la rianimazione sul posto, ma ogni sforzo si è rivelato inutile. La giovane è stata trasportata d’urgenza in ospedale, dove i medici non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.
La dinamica dell’annegamento è ancora in fase di accertamento, ma dai primi rilievi sembrerebbe che la ragazza sia finita in difficoltà in un tratto di mare in apparenza tranquillo, ma insidioso per via della vicinanza agli scogli e del fondale irregolare. Le condizioni del mare al momento dell’incidente non erano proibitive, ma non si esclude che possa esserci stata una corrente improvvisa, o semplicemente che la giovane non sapesse nuotare bene.
Sul posto, oltre ai soccorsi, sono intervenuti anche gli agenti della polizia locale e della capitaneria di porto, che stanno conducendo gli accertamenti del caso. Si sta cercando di ricostruire esattamente i movimenti della ragazza, anche attraverso le testimonianze dei presenti e, se disponibili, le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona.
Al momento non sono state rese note l’identità né la nazionalità della vittima, ma si sa che non era residente a Pescara. Secondo alcune fonti, si trovava in città per una vacanza, forse ospite di parenti o inserita in un gruppo estivo.
La notizia ha rapidamente fatto il giro della città, lasciando sotto shock i bagnanti presenti, molti dei quali hanno assistito impotenti alle operazioni di soccorso. Alcuni testimoni hanno raccontato scene drammatiche, con amici e conoscenti della giovane in lacrime sulla spiaggia, mentre gli operatori sanitari cercavano disperatamente di salvarla.
Il Comune di Pescara, tramite una nota, ha espresso cordoglio alla famiglia, e l’Asl ha fatto sapere di aver attivato un servizio di supporto psicologico per i minori coinvolti e per i presenti che abbiano assistito alla tragedia. Anche diversi residenti hanno manifestato solidarietà, e in molti chiedono ora una maggiore attenzione alla sicurezza nelle spiagge libere, dove spesso mancano controlli continui o punti di segnalazione dei pericoli.
La morte della giovane riapre, infatti, il dibattito sulla sicurezza balneare nelle spiagge non attrezzate. Le norme vigenti stabiliscono l’obbligo di sorveglianza solo per gli stabilimenti privati, mentre le spiagge libere restano spesso affidate al buon senso e alla vigilanza informale dei bagnanti stessi. Un vuoto normativo che, in casi come questo, può diventare fatale.
La procura potrebbe ora aprire un fascicolo esplorativo, come avviene in casi di morte improvvisa in luoghi pubblici, anche solo per verificare eventuali responsabilità legate alla sorveglianza del tratto di litorale.
Nel frattempo, Pescara si ritrova a piangere una giovane vita spezzata troppo presto, in una giornata che doveva essere di sole e leggerezza. Un episodio che lascia ferite profonde in chi l’ha vissuto da vicino e che chiede, ancora una volta, di non abbassare mai la guardia quando si tratta di sicurezza in mare, soprattutto con i più giovani.
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