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Cronaca

 Cade dal terzo piano, anziana in gravi condizioni al CTO di Torino

Dramma a Torino: anziana precipita dal balcone e solleva il dibattito sulla sicurezza domestica per gli over 75

 Cade dal terzo piano

 Cade dal terzo piano, anziana in gravi condizioni al CTO di Torino

Una mattina come tante si è trasformata in un dramma silenzioso per una donna di 82 anni residente a Torino. Era sola nel suo appartamento al terzo piano di uno stabile in corso Casale 66, quando – per cause che inizialmente sono apparse oscure – è precipitata nel vuoto dal balcone di casa. L’impatto, violentissimo, è avvenuto mercoledì 9 luglio, intorno alle 10 del mattino. I primi passanti accorsi hanno immediatamente chiamato i soccorsi. La donna è stata trasportata d’urgenza al CTO di Torino, dove si trova tuttora ricoverata in condizioni critiche. La prognosi resta riservata, mentre i medici la tengono sotto stretta osservazione.

Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia di Stato, che hanno eseguito tutti i rilievi del caso per comprendere se dietro la caduta potesse nascondersi un gesto estremo o un fatto violento. Dopo aver escluso ipotesi alternative, le forze dell’ordine hanno classificato l’evento come incidente domestico accidentale. Nessuna traccia di effrazione, nessun segno di conflitto nell’abitazione e nessun elemento che possa far pensare a un coinvolgimento esterno o a un gesto volontario.

L’episodio si inserisce in un contesto di rischio crescente per le persone anziane che vivono da sole, soprattutto in abitazioni con balconi, scale, spigoli e pavimenti scivolosi. Le cadute accidentali rappresentano una delle prime cause di ricovero tra gli over 75 in Italia. E, secondo i dati del Ministero della Salute, circa un milione e mezzo di anziani ogni anno è vittima di un incidente tra le mura domestiche, molti dei quali con esiti gravissimi.

Il caso di corso Casale mette in luce anche il vuoto di assistenza che spesso circonda chi, con l’avanzare dell’età, continua a vivere in autonomia. L’anziana precipitata a Torino, secondo quanto riferito dai vicini, era una donna riservata e apparentemente lucida, ma viveva da sola da diversi anni. Nessun familiare era presente al momento dell’incidente. Solo l’intervento dei passanti e l’arrivo tempestivo del 118 hanno evitato un esito ancora più tragico.

Donna di 82 anni cade a Torino

La vicenda riapre un dibattito mai del tutto risolto: quali strumenti di prevenzione si possono mettere in atto per garantire sicurezza e dignità alle persone anziane nei loro contesti abitativi? Le soluzioni esistono, ma spesso restano sulla carta. Si va dai dispositivi salva-caduta all’installazione di sensori di movimento e parapetti rinforzati, fino all’adozione di domotica intelligente per il monitoraggio a distanza.

In molti casi, però, le famiglie non hanno i mezzi economici per realizzare questi interventi. E lo Stato – salvo alcuni progetti regionali – ha ancora difficoltà a intervenire con una regia centrale e strutturata. Esistono fondi per l’adattamento delle abitazioni, ma sono frammentati, poco pubblicizzati e di difficile accesso per chi è avanti con gli anni e non ha un supporto esterno.

L’episodio di Torino riporta inoltre in primo piano la necessità di assistenza sociale di prossimità. Figure come l’assistente domiciliare, il custode sociale, l’operatore volontario potrebbero giocare un ruolo cruciale, ma spesso mancano o sono insufficienti nei quartieri più popolosi. In città come Torino, dove l’indice di vecchiaia è tra i più alti d’Italia, questi vuoti diventano falle pericolose nel tessuto urbano.

Mentre la donna lotta tra la vita e la morte, il suo dramma diventa emblema di un’urgenza più grande, fatta di fragilità sommerse e di solitudini invisibili. È un appello che riguarda non solo le famiglie, ma anche le istituzioni, i condomìni, i servizi territoriali. Perché ogni balcone mal protetto, ogni corrimano mancante, ogni visita non fatta può trasformarsi in tragedia.

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