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Cronaca
04 Luglio 2025 - 12:44
Tragedia a Nichelino: operaio di 47 anni stroncato da un malore ad Andeze (foto archivio)no
Una giornata lavorativa come tante si è trasformata in una tragedia. Un sopralluogo di routine è costato la vita a un operaio edile di 47 anni, residente a Nichelino, impiegato presso una ditta di costruzioni con sede a Torino. Il malore improvviso che lo ha colpito all’interno dello stabilimento dell’azienda Arcoplastica di Andezeno, nella mattinata del 3 luglio, non gli ha lasciato scampo.
L’uomo, la cui identità non è stata resa nota, si trovava nel sito industriale per un controllo tecnico. In base alle prime informazioni, è stato colpito da un malore fulminante durante l’ispezione e si è accasciato al suolo sotto gli occhi dei colleghi. Immediato l’intervento dei soccorritori, ma nonostante i tentativi di rianimazione da parte del personale del 118, il 47enne è deceduto sul posto.
Sulle cause del decesso sono ora in corso le indagini dei carabinieri della compagnia di Chieri, con il supporto degli ispettori dello Spresal dell’ASL TO5, l’organismo preposto al controllo delle condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro. Il magistrato di turno ha disposto l’autopsia, per chiarire se il decesso sia riconducibile a patologie pregresse o se eventuali condizioni ambientali abbiano potuto influire.
La notizia ha scosso la comunità di Nichelino, dove l’operaio viveva da tempo. Chi lo conosceva lo descrive come una persona seria, affidabile, molto legata alla famiglia. Non era nuovo ai cantieri e ai contesti industriali, e secondo i colleghi aveva sempre dimostrato grande scrupolo e professionalità. “Era un uomo perbene, sempre disponibile, uno che non si tirava mai indietro”, ha raccontato un compagno di lavoro.
L'intervento dei soccorritori
Ma l’ennesima tragedia riporta prepotentemente in primo piano il tema della sicurezza sul lavoro. Anche se in questo caso si è trattato – almeno secondo le prime informazioni – di un malore improvviso, la domanda è sempre la stessa: è stato fatto tutto il possibile per evitare che accadesse? Era previsto un presidio sanitario in loco? Il sopralluogo era adeguatamente organizzato? Il caldo può avere avuto un ruolo? Le risposte dovranno arrivare dalle indagini, ma intanto rimane una certezza: un’altra vita è stata spezzata mentre si lavorava.
Il numero di morti sul lavoro in Italia continua a crescere, e anche quando la causa diretta è un malore, è lecito chiedersi se la prevenzione e la sorveglianza sanitaria siano sufficienti. L’età dell’operaio, il contesto industriale, la possibile esposizione a temperature elevate o a stress fisico sono tutti elementi che dovranno essere analizzati con attenzione.
I sindacati tornano a invocare a gran voce maggiori controlli, formazione e prevenzione. “Serve una cultura diffusa della sicurezza”, denunciano da tempo le organizzazioni dei lavoratori. Perché la sicurezza non è solo casco e scarpe antinfortunistiche: è attenzione quotidiana, è prevenzione medica, è verifica dei carichi di lavoro, è sorveglianza costante delle condizioni psicofisiche di chi è impiegato in mansioni faticose.
Nel frattempo, un altro lutto colpisce il mondo del lavoro, e una famiglia resta senza un marito, un padre, un fratello. Nessun colpevole, forse, ma tanta amarezza. E un’ombra che si allunga su ogni cantiere, su ogni azienda, su ogni operaio che al mattino esce di casa per portare a casa un salario.
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