Cerca

Cronaca

Anche il Carrefour Market nel mirino dei "maranza"

Dopo il Movicentro e il Lidl, i soliti noti entrano in azione nel market di via Circonvallazione: minacce, provocazioni e frasi inquietanti rivolte al personale. Racanelli (Filcams Cgil): “La delinquenza si sposta. E resta impunita”.

Anche il Carrefour Market nel mirino dei "maranza"

Maranza al Carrefour

Non c’è tregua per i supermercati di Ivrea. Dopo settimane di caos al Lidl di via Sant’Ulderico e mesi di dominio incontrastato nella zona del Movicentro, ora la cronaca si sposta di qualche isolato. Cambia lo scenario, ma non cambiano i protagonisti: sono sempre gli stessi. Sempre arroganti. Sempre liberi di agire, senza che nessuno riesca a fermarli.

Giovedì 3 luglio, ore 14. Al Carrefour Market di via circonvallazione ci sono solo due persone in turno. Una alla cassa, l’altra nei reparti interni. Un presidio minimo, come spesso accade. Ed è in quel momento che fanno il loro ingresso in cinque: a torso nudo, spavaldi, sprezzanti di ogni regola, anche la più elementare. Alla richiesta – civile, educata – di indossare almeno una maglietta, la risposta è la solita: “Chiamate pure la polizia. Sapete cosa ci fanno?”.

Una frase che è diventata ormai un mantra. Un modo per dire: qui comandiamo noi.

E in effetti hanno ragione. La polizia viene chiamata, arriva. Ma non può fare nulla. Non c’è un reato. Non c’è una legge violata in modo formale. Solo paura. Solo prepotenza. Solo provocazioni, come quella rivolta a una dipendente con una frase insinuante e gratuita: “Ma tu hai una figlia?”. Una frase detta così, nel nulla. Ma che pesa come una minaccia.

Nel frattempo i clienti osservano. Alcuni si defilano. Altri si fingono distratti. In sottofondo, la quotidianità di un supermercato che prova a continuare a funzionare. Ma l’atmosfera è tesa, sempre più tesa. Bastano due minuti per spezzare ogni senso di sicurezza. E ogni volta si rimette tutto in ordine come nulla fosse. Fino alla prossima incursione.

Questi stessi ragazzi sono ormai noti in città. Hanno iniziato al Movicentro, dove si erano impadroniti dell’area come fosse una loro dependance: bivacchi, schiamazzi, minacce, persino sputi addosso ai passanti. Poi si sono spostati al Lidl, dove per settimane hanno imperversato tra corsie e banchi frigo, costringendo il punto vendita ad attivare la vigilanza armata e a presentare un esposto ufficiale alle autorità. Anche lì, scene di ordinaria prepotenza: insulti alle commesse, furti di generi alimentari, inseguimenti tra le corsie, perfino urla e risate mentre prendevano in giro chi cercava di far rispettare le regole.

Ora è il turno del Carrefour Market. Domani chissà. A Ivrea la microcriminalità non si ferma: si sposta.

Un effetto collaterale – ma nemmeno tanto – della cosiddetta “zona rossa”, voluta e prorogata fino al 31 luglio dal Prefetto di Torino Donato Cafagna, proprio per tentare di contrastare il degrado che per mesi aveva fatto del Movicentro e della stazione un punto critico. L’ordinanza prevede divieti di stazionamento, controlli mirati e soprattutto la possibilità di applicare il Daspo urbano, ossia l’allontanamento coatto delle persone ritenute pericolose per l’ordine pubblico.

In due mesi, secondo i dati ufficiali forniti dallo stesso Prefetto, sono stati effettuati 2.550 controlli, con 112 ordini di allontanamento. Risultato: nel quadrante stazione-Movicentro la pressione si è ridotta, almeno visibilmente. Ma è bastato questo a risolvere il problema? No. Perché quegli stessi soggetti, invece di sparire, si sono semplicemente spostati qualche isolato più in là.

michele Racanelli

Michele Racanelli 

Lo sottolinea anche Michele Racanelli della Filcams Cgil, che sta seguendo da settimane le segnalazioni dai luoghi di lavoro: “Questa storia sembra non avere fine. Con l’estensione dei provvedimenti anche al Lidl, la delinquenza si sposta. E ora si riversa in altri punti della città, lasciando gli addetti e i clienti in balia dell’arroganza di pochi”.

Ivrea, ancora una volta, mostra il suo volto più fragile. Una città che sembra incapace di affrontare davvero il nodo dell’emergenza urbana. Le “zone rosse” servono solo a spostare l’ombra da un marciapiede a quello accanto. E intanto la realtà si incarica di smentire ogni comunicato ottimista, ogni conferenza stampa rassicurante.

Perché dietro le cifre e le ordinanze, ci sono episodi come quello di oggi. Cinque ragazzi a torso nudo, dentro un supermercato, che sfidano tutto e tutti con una frase: “Chiamate pure la polizia. Sapete cosa ci fanno?”.

E, purtroppo, lo sappiamo bene...

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Commenti all'articolo

  • Sovietico Eporediese

    04 Luglio 2025 - 16:41

    Mi dispiace ma così è finita la farsa della responsabilità del degrado della sola zona del Movicentro e Stazione. E che quindi non è una questione di luoghi ma ormai diffusa e non solo a livello eporediese. Era così difficile da capire e cercare di dare una mano allo Zac! per controllare e circoscrivere la questione con interventi di recupero sociale? Ora la situazione è esplosa. Tanti auguri

    Report

    Rispondi

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori