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Cronaca

Misteriosa scomparsa. Orazio Cena, 54 anni, di Mosche di Chivasso. L’auto trovata, di lui nessuna traccia

La Ford abbandonata a pochi metri dalla Dora, i sentieri battuti da droni, elicotteri, cani molecolari e sommozzatori. Ma Orazio, 54 anni, sembra svanito nel nulla. Ore di angoscia per la famiglia

Misteriosa scomparsa. Orazio Cena, 54 anni, di Mosche di Chivasso. L’auto trovata, di lui nessuna traccia

Fusti nel torrente Malone, intervengono i vigili del fuoco

È calata la notte anche ieri tra i rovi e la Dora, senza risposte. Le torce hanno continuato a illuminare la sterpaglia, gli occhi dei cani addestrati hanno scrutato il fiume, i sentieri, ogni traccia. Ma di Orazio Cena, 54 anni, di Mosche di Chivasso, ancora nessuna notizia. Come se si fosse dissolto nel buio di una sera di giugno. Come se la terra o l’acqua l’avessero inghiottito senza lasciare alcuna orma.

Tutto inizia venerdì sera. Orazio esce di casa a bordo della sua Ford. Non lascia messaggi, non spiega dove va. Nessun segnale d’allarme, almeno all’inizio. Ma non rientra. E le ore, poi i giorni, cominciano a pesare come macigni. Lunedì 16 giugno, l’auto viene ritrovata. È lì, ferma, chiusa, all’imbocco di una sterrata isolata, a pochi metri dal ponte d’Ugliacco, lungo la provinciale che collega Villareggia a Mazzè. È un punto dove la Dora scorre ampia, impetuosa, sotto un cielo carico d’estate. Ma non è un luogo in cui ci si ferma per caso.

Quello sterrato lo conoscono in pochi: lo imboccano i pescatori, a volte i camminatori. Ma lì non si va a parcheggiare senza motivo. È una lingua di terra battuta che corre accanto al fiume, in un tratto in cui l’acqua accelera e lambisce rive inaccessibili. Poco distante, i rami del naviglio d’Ivrea si snodano come vene nel verde, e oltre ancora, si sale verso la collina, in direzione Moncrivello.

Le ricerche partono subito, nel cuore di quella vegetazione fitta e ostile. A guidarle sono i vigili del fuoco di Torino, con il supporto dei carabinieri di Caluso, dei sommozzatori, di due squadre cinofile con cani molecolari, di un elicottero Drago che perlustra dall’alto ogni quadrato di bosco e fiume. E ora anche un drone sorvola la zona, mentre decine di uomini setacciano ogni angolo. A terra e sull’acqua, a piedi e in barca, ovunque. Ma di Orazio, niente.

È scivolato nel fiume, travolto dalla corrente, nascosto tra i tronchi e il fango? Si è allontanato nei boschi, disorientato, ferito? Ha avuto un malore? Un gesto volontario? Tutte le ipotesi restano sul tavolo. Nessuna viene esclusa. Ma ogni ora che passa è una speranza che si assottiglia, una domanda in più senza risposta.

Il livello della Dora è alto. Troppo alto. L’acqua corre forte, sospinta dalle piogge degli ultimi giorni. Qualsiasi caduta in quel tratto potrebbe essere fatale. Eppure i sommozzatori continuano a immergersi, a ispezionare le sponde, a scrutare i fondali. Ma il fiume non restituisce nulla. Nessun indizio. Nessun oggetto. Solo acqua, tronchi, riflessi.

Intanto, la famiglia aspetta. Aspetta da giorni. Con gli occhi gonfi e il telefono sempre in mano. Con l’angoscia di chi vorrebbe sperare ma comincia a temere. Sono ore d’inferno per chi conosce Orazio, per chi l’ha visto uscire di casa e ora non sa nemmeno se potrà mai rivederlo.

L’area delle ricerche è vasta. I sentieri che si intrecciano da Villareggia verso le colline sono numerosi, usati da ciclisti e camminatori. Ma diventano insidiosi appena ci si allontana un po’ dai tracciati battuti. E di notte, diventano un labirinto. Gli uomini della Protezione civile e i militari hanno perlustrato ogni angolo, ma ancora non c’è traccia.

Chi lo conosce lo descrive come una persona riservata, tranquilla, mai sopra le righe. Nulla, almeno in apparenza, lasciava presagire una fuga, un gesto estremo, un allontanamento volontario. La sua scomparsa è avvolta in un silenzio denso, lo stesso che da giorni sembra calato tra i rami, le acque e le speranze.

Il tempo, però, stringe. E se c’è una possibilità di trovarlo vivo, è adesso che bisogna coglierla. Ogni giorno è decisivo. Ogni dettaglio può fare la differenza. Ma per ora, tutto tace. Solo il rumore del fiume, le pale dell’elicottero, i passi cauti di chi cerca ancora. Finché ci sarà da cercare, nessuno si fermerà.

Ma la domanda resta lì, scolpita nella mente di tutti: Dov’è finito Orazio Cena?

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