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Simone Sannelli, il gigante buono del Canavese, morto in un incidente sulla Ivrea-Santhià

Il mondo biker saluta il 41enne scomparso ieri in un drammatico schianto

Simone Sannelli, il gigante buono del Canavese, morto in un incidente sulla Ivrea-Santhià

Simone Sannelli, il gigante buono del Canavese, morto in un incidente sulla Ivrea-Santhià

Si chiamava Simone Sannelli. Aveva solo 41 anni. Era di Pavone Canavese, dove tutti lo conoscevano come il meccanico delle moto, il ragazzo che trasformava i motori in anime ruggenti. Lo chiamavano affettuosamente “Bomberolo”. Un soprannome che ora rimbalza dolorosamente sui social, diventando un’eco di lacrime e ricordi.

“Addio gigante buono”, scrivono gli amici. “Dietro questo sguardo si nascondeva sempre un sorriso e un abbraccio… son stata fortunata ad averti conosciuto”. E ancora: “Eri uno dei miei alunni più simpatici, sempre sorridente. Che il tuo viaggio ti porti verso un posto migliore”. Il profilo social di Simone è diventato in poche ore una bacheca di dolore, una veglia virtuale fatta di foto, cuori spezzati, parole spezzate.

Chi lo conosceva racconta di un uomo dal cuore immenso, sempre pronto ad aiutare, capace di accogliere tutti col suo sorriso contagioso e il rombo della sua Triumph. Era vicepresidente degli Hurricanes MC Lecco, e la sua voce, dicono, continuerà a vivere “nel rombo dei motori, nel vento sulla pelle, nei silenzi della strada”. Doveva essere con gli amici in Albania, questo weekend. Invece il destino ha virato altrove.

Simone Sannelli aveva 41 anni

Sabato 7 giugno 2025, poco dopo le 13.30, Simone stava percorrendo la bretella autostradale che collega la A5 alla A4, tra Ivrea e Santhià, in direzione Milano. Era in sella alla sua moto quando, all’altezza dello svincolo di Albiano d'Ivrea, si è scontrato con una Ford Fiesta. Un impatto violento, tremendo. I sanitari del 118 hanno provato a rianimarlo, ma per Simone non c’è stato nulla da fare: è morto sul colpo.

Illesa la coppia di nazionalità tedesca a bordo dell’auto. La Polizia stradale di Settimo Torinese sta ancora lavorando alla ricostruzione esatta della dinamica: dai primi accertamenti pare che sia stato Sannelli a tamponare l’auto. All’origine della tragedia ci sarebbe l’alta velocità. Il tratto autostradale non è stato chiuso, ma i rilievi hanno provocato rallentamenti alla circolazione.

Ma ora tutto questo sembra secondario. La velocità, le dinamiche, le responsabilità. Perché a restare è un silenzio assordante. Quello lasciato da chi non c’è più. E Simone, per chi lo ha conosciuto, non era solo un motociclista. Era un fratello. Un compagno di strada. “Nessuno muore sulla terra finché vive nei cuori di chi resta”, scrive qualcuno. E nel cuore di chi resta, Simone Sannelli ci resterà a lungo.

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