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Cronaca
29 Maggio 2025 - 16:34
Il carcere di Ivrea
Alle 14 di questo pomeriggio cinque detenuti sono saliti sul tetto del carcere di Ivrea, chiedendo di parlare con un magistrato. Lo si apprende da fonti sindacali. A commentare l'episodio è Leo Beneduci, segretario generale dell'Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria (Osapp).
"E''ennesima dimostrazione - dice - che in ambito penitenziario alle molteplici promesse dei governi di opposti schieramenti non seguono mai fatti concreti. La sofferenza interna alle carceri legata al sovraffollamento e alla disorganizzazione imperante, e che purtroppo accomuna poliziotti e utenza, sta producendo conseguenze deflagranti in cui anche problemi di semplice soluzione diventano insormontabili. Temiamo che con la calura estiva le criticità esistenti andranno ad assumere livelli di estrema drammaticità con effetti sulla stessa società".
Osapp denuncia una realtà che non è certo nuova: a Ivrea mancano 36 agenti rispetto alla pianta organica e da 4 anni non c’è un comandante effettivo. Quello attualmente in servizio arriva dalla Calabria, ed è in missione “a regime forfettario”, come si dice nel gergo. Una pezza a colori messa su una crepa ormai ingestibile.
C'è da aggiungere che negli ultimi mesi, le cronache restituiscono un quadro disarmante, fatto di suicidi sventati, aggressioni brutali, cellulari lanciati oltre le mura e un’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto persino l’ex direttrice. Un susseguirsi di episodi che descrivono una prigione al collasso, dove il confine tra legalità e sopruso si fa ogni giorno più sottile.
Il 27 maggio 2025 un detenuto ha tentato di impiccarsi nella sua cella. È stato salvato solo grazie all’intervento immediato della polizia penitenziaria. Pochi mesi prima, il 15 dicembre 2024, un altro detenuto aveva cercato di togliersi la vita utilizzando un lenzuolo nel bagno. In entrambi i casi, solo il sangue freddo e la prontezza degli agenti hanno impedito che si consumasse una tragedia.
Il 2 aprile 2025 è accaduto l’impensabile: un detenuto ha appiccato un incendio nella sua cella, mandando in ospedale un ispettore della penitenziaria per intossicazione da fumo. Subito dopo, un altro detenuto ha aggredito cinque agenti, provocando ferite giudicate guaribili tra i 4 e i 10 giorni. Episodi gravi, ravvicinati, sintomo di una tensione costante che esplode a ogni minimo attrito.
E ancora. Il 19 e 20 febbraio 2025, altre due aggressioni. Stesso copione: detenuti violenti, agenti feriti, clima insostenibile. Nessuna tutela reale per chi lavora dietro le sbarre, nessun presidio psicologico efficace per chi vi è rinchiuso.
Il 24 maggio 2025 due involucri sono stati scoperti all’interno del perimetro carcerario: dentro c’erano telefoni e cavi di ricarica. Solo una settimana prima, altri due telefoni erano stati sequestrati, portati dentro presumibilmente con lo stesso metodo: lanciati da fuori e recuperati all’interno.
A Ivrea, l’estate è appena iniziata. E fa già molto caldo.
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