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Cronaca

Sequestrato e torturato per i Bitcoin: “È tutto un equivoco”, si difende Beatrice Folchi

La 25enne di Latina fermata e rilasciata a New York. In carcere resta il trader milionario John Woeltz. La polizia cerca un complice

Beatrice Folchi, la giovane di Latina accusata di complicità nel sequestro dell’italiano a New York

Beatrice Folchi, la giovane di Latina accusata di complicità nel sequestro dell’italiano a New York

“È tutto un equivoco”. Così Beatrice Folchi, la giovane italiana coinvolta nel caso del sequestro e delle torture ai danni di Michael Valentino Teofrasto Carturan, si è difesa parlando con alcuni conoscenti di Latina, sua città d’origine. Dopo essere stata fermata dalla polizia di New York insieme a John Woeltz, è stata rilasciata: il procuratore ha deciso di non procedere con accuse nei suoi confronti per il momento, lasciando aperto il campo alle indagini.

Raggiunta dal New York Post nei pressi del suo appartamento a Chelsea, la ragazza ha dichiarato: “Non sono in arresto. Non posso fare commenti ora”. Folchi si è trasferita negli Stati Uniti dopo il liceo scientifico Ettore Majorana di Latina, ha studiato comunicazione e filosofia in Connecticut, lavorando poi come attrice e nel marketing di lusso per clienti come Bentley e Rolls Royce.

A restare in carcere è il solo John Woeltz, trader di criptovalute originario del Kentucky, accusato di aver sequestrato Carturan per estorcergli le password degli account in Bitcoin. Le torture inflitte all’italiano, però, non hanno portato al risultato sperato. Le indagini si concentrano ora su Woeltz e sul suo patrimonio stimato in 100 milioni di dollari, con jet privato, elicottero e un lussuoso appartamento di otto camere da letto a New York, affittato per 30.000 dollari al mese, teatro delle sevizie.

Un familiare di Woeltz ha parlato sempre con il New York Post, difendendolo: “È una persona gentile, premurosa e amorevole”, ha detto, lasciando intendere che possa essere stato manipolato: “Ricevo chiamate dagli amici e dalle amiche di John e tutti dicono che è stato imbrogliato, che qualcuno gli ha rubato la vita. È stato manipolato e truffato. Credo anche gli abbiano rubato i soldi. È una vittima”.

A restare in carcere è il solo John Woeltz

La polizia sta ancora cercando un secondo uomo, un presunto complice che risulterebbe in fuga. L’inchiesta punta a capire se si tratti di un caso isolato o dell’ennesima trappola nel mondo delle criptovalute, visto che Woeltz aveva contattato numerosi giovani europei interessati al blockchain.

L’arresto del trader si inserisce infatti in un quadro più ampio di aggressioni a investitori crypto negli Stati Uniti e non solo: rapimenti e violenze a scopo di estorsione, sempre più frequenti nel sottobosco opaco della ricchezza digitale.

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