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Cronaca

Speleologo precipita per 15 metri e muore nella grotta

Un'escursione fatale nella grotta Remeron porta via un esperto speleologo, lasciando un vuoto nel mondo delle esplorazioni sotterranee. Il dolore degli amici di Chivasso

Speleologo precipita per 15 metri e muore nella grotta

Speleologo precipita per 15 metri e muore nella grotta

È scivolato nel vuoto. Un volo di 15 metri, nel buio di una grotta che conosceva come le sue tasche. Così è morto Mauro Consolandi, 73 anni, istruttore del Cai di Biella, studioso e pioniere della speleologia italiana, sabato mattina, durante un’esplorazione nella Grotta Remeron, in territorio di Comerio, sul massiccio del Campo dei Fiori, in provincia di Varese.

Con lui c’era un gruppo di speleologi piemontesi. Una spedizione riservata agli esperti, in un tratto non aperto al pubblico. Attorno a mezzogiorno, l’incidente: Consolandi ha perso l’equilibrio e è precipitato all’interno del primo pozzo, che sprofonda per 100 metri. Ne ha percorsi 15, quel tanto che basta per spezzare una vita.

Inutili i soccorsi. Per recuperare il corpo, le squadre del soccorso alpino e speleologico hanno impiegato quasi sei ore. Nello stesso incidente è rimasto ferito anche un altro speleologo, 52 anni, trasportato in ospedale in codice giallo.

Mauro Consolandi era in pensione da qualche anno e viveva a Brusnengo, 1800 anime tra le colline del Biellese. Era partito all’alba con la moglie per l’escursione. Da tempo affiancava all’attività sul campo un impegno scientifico e divulgativo che lo aveva reso un punto di riferimento a livello nazionale. Grazie alle sue ricerche sono stati prodotti modelli 3D delle cavità carsiche, contribuendo alla documentazione e allo studio del sottosuolo italiano.

Ha dato un contributo fondamentale alla creazione e alla crescita del catasto speleologico nazionale. Il suo nome è inciso nei meandri della terra.

Il dolore corre veloce tra i gruppi speleo. Su Facebook, Enrico Lana, naturalista e biospeleologo di Chivasso, profondamente legato a Consolandi, ha pubblicato una foto con lui, scattata appena due giorni prima dell’incidente: “Non ho parole”, ha scritto.

Un addio che lascia un vuoto profondo, come le grotte che Mauro amava esplorare.

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