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Cronaca

Torino, adolescente accusa lo zio di molestie: tutto parte da una lettera scritta alla madre

Una ragazza della seconda cintura torinese denuncia in aula le molestie subite durante le visite familiari. A far emergere tutto è stata una lettera scritta dopo un confronto con la psicologa scolastica

Torino, adolescente accusa lo zio di molestie

Torino, adolescente accusa lo zio di molestie: tutto parte da una lettera scritta alla madre (foto di repertorio)

Era tutto scritto tra le righe di uno sguardo spento, nei silenzi improvvisi, in quella riluttanza a dire “zio”. Ma nessuno aveva osato dare un nome a quella paura. Fino a quando, alla fine di febbraio 2023, una ragazzina decide di mettere tutto nero su bianco: scrive una lettera alla madre e racconta gli abusi che avrebbe subito proprio da lui, lo zio, durante le consuete visite di famiglia. Una denuncia muta e potente, nata da un colloquio con la psicologa scolastica, che ora è diventata un processo. In corso al Tribunale di Torino, il caso coinvolge una minorenne, figlia di una coppia residente in un comune della seconda cintura torinese.

La madre, chiamata a testimoniare, lo ha detto chiaramente in aula: “Quando lessi quella lettera capii tutto. I suoi cambiamenti, il suo rifiuto a incontrarlo, quel suo non volerlo più chiamare ‘zio’… fino ad allora avevo pensato fosse solo adolescenza. Ma qualcosa non mi tornava”. Le visite si svolgevano spesso nella casa della donna. “Ricevevo mia sorella e suo marito, oppure mandavo i miei figli da loro. Mi fidavo. Vedevo che lui si intratteneva di più con la grande, mentre mia sorella giocava con la piccola. Poi la maggiore ha cominciato a isolarsi, a evitare quelle occasioni”. Un segnale chiaro, che però solo a posteriori ha assunto significato.

A testimoniare c’era anche un’amica della ragazza: “Era sconvolta, lo si vedeva. Mi raccontò cosa stava succedendo, ma non voleva parlarne in famiglia per paura di rompere gli equilibri. Poi si è confrontata con la psicologa scolastica e ha preso coraggio”. Il procedimento è delicato, e il linguaggio dei gesti – quel non dire, quel proteggere gli adulti anche quando si subisce – pesa più delle parole. Ma la madre non ha dubbi: “Io a mia figlia credo. La conosco. È una ragazza che non ha mai detto bugie, al contrario preferiva farsi sgridare piuttosto che mentire. Oggi sta bene, è serena, ha amici, studia in un liceo tosto e ha ottimi voti”.

La ragazza è costituita parte civile, assistita dall’avvocata Elisa Lingua. Alla sbarra c’è il marito della zia, difeso dagli avvocati Andrea Panero e Federico Cester. L’imputazione è grave, anche se per ora non si entra nei dettagli tecnici. Ma resta intatto il peso di quella lettera, scritta in silenzio per raccontare un dolore che non si poteva più nascondere. E che ora chiede giustizia.

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