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Cronaca
12 Maggio 2025 - 22:17
Arrestato Vincenzo Milione, indagato per l’omicidio di Mara Favro: violata la sorveglianza
È stato arrestato dai carabinieri di Susa (Torino) Vincenzo Milione, gestore della pizzeria dove lavorava come cameriera Mara Favro, la donna di 51 anni sparita da Chiomonte l'8 marzo 2024. A quanto si apprende Milione, che è indagato per l'omicidio e l'occultamento del cadavere della Favro, le cui ossa sono state trovate nei boschi di Gravere lo scorso marzo, avrebbe violato l'ordine del tribunale di sorveglianza che gli aveva imposto di non uscire di casa se non in determinate ore.
La notizia dell'arresto, che non riguarda la vicenda della scomparsa della donna, è stata confermata dal suo legale.
Ma è impossibile separare questo arresto da quella vicenda. Perché Vincenzo Milione, 60 anni, non è un uomo qualunque. È il datore di lavoro di Mara Favro, l’ultima persona ad averla vista viva, colui che – secondo la ricostruzione degli inquirenti – avrebbe più di un motivo per essere tenuto sotto controllo. E ora che è di nuovo finito in manette, anche se per un'altra ragione, il sospetto si insinua con forza: che qualcosa stia finalmente per muoversi anche nell’inchiesta sulla sua morte.
La scomparsa di Mara Favro ha sconvolto la Val di Susa. Era l’8 marzo del 2024, una notte come tante. Mara, 51 anni, originaria di Bussoleno ma residente a Susa, aveva appena concluso il suo turno serale come cameriera nella pizzeria "Don Ciccio" di Chiomonte. Da lì, di lei si sono perse le tracce. Il suo telefono ha smesso di squillare, il suo profilo social è rimasto in silenzio, e nessuno – nemmeno gli amici più stretti o la sorella – è riuscito a mettersi in contatto con lei. Una donna che non aveva mai fatto mancare sue notizie. Una donna che non aveva nemici. Una donna che quella sera non è mai tornata a casa.
Le ricerche sono iniziate subito, ma invano. I volontari, la protezione civile, i carabinieri: tutti hanno battuto boschi, sentieri, corsi d’acqua. Poi il nulla. Solo silenzio, angoscia e piste che non portavano a niente. Fino al marzo 2025, quando in un canalone nei boschi di Gravere vengono ritrovati dei resti umani. Poco più che ossa, insieme a brandelli di vestiti. L’identificazione arriva pochi giorni dopo, grazie all’analisi del DNA: sono di Mara Favro. Il mistero della sua scomparsa si trasforma in un caso di omicidio.
L'autopsia, eseguita dall’Istituto di Medicina Legale, è raccapricciante: Mara è stata uccisa con decine di coltellate, poi il suo corpo è stato gettato in quel dirupo come fosse spazzatura. Una morte violenta, deliberata, feroce. Un omicidio che grida giustizia.
Subito si riaccendono i fari su Vincenzo Milione, il titolare della pizzeria, e sul suo ex socio e pizzaiolo Cosimo Esposito, anche lui già noto alle forze dell’ordine. Entrambi vengono iscritti nel registro degli indagati per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Le loro versioni non collimano, si contraddicono, si smentiscono. Milione dice di aver lasciato Mara viva e vegeta quella notte. Esposito parla invece di tensioni, litigi, comportamenti strani. La verità sembra avvolta da un muro di omertà.
Oggi l'arresto di Milione per la violazione delle misure di sorveglianza speciale – era sottoposto a restrizioni orarie – rischia di diventare la crepa attraverso cui far passare nuove indagini. I carabinieri lo hanno fermato mentre era fuori casa in orari non autorizzati. Una leggerezza? Una sfida? Oppure il segnale che l'uomo non si sentiva più osservato?
Secondo indiscrezioni, l’arresto potrebbe accelerare le mosse della Procura. Alcuni testimoni chiave sarebbero pronti a parlare. Il clima a Chiomonte è pesante: la comunità si interroga, si stringe attorno alla famiglia Favro, chiede risposte. La sorella di Mara ha parlato più volte ai media, invocando giustizia per una donna semplice, buona, che non meritava di finire così.
Vincenzo Milione ha precedenti. Non è uno sconosciuto agli investigatori. La sua pizzeria, negli anni, era stata segnalata più volte per episodi sospetti. E anche il suo socio, Cosimo Esposito, ha un passato burrascoso. Ma finora, a parte l’iscrizione nel registro degli indagati, nessuno dei due era stato arrestato in relazione all’omicidio. Questo nuovo episodio cambia la prospettiva.
In ambienti vicini all’inchiesta si parla di nuove perquisizioni, telefonate da incrociare, spostamenti da ricostruire la notte dell’8 marzo. Si cerca una chiave per aprire quella porta che, finora, è rimasta chiusa. Un dettaglio che spieghi chi ha colpito, perché, dove. E come Mara sia finita in fondo a quel canalone.
Intanto Milione è stato trasferito in carcere, in attesa della convalida dell’arresto. Il suo avvocato minimizza: «È stato solo un errore, un'infrazione formale». Ma il contesto parla chiaro: Milione è al centro di una delle indagini più oscure e drammatiche degli ultimi anni in Piemonte.
E ora la domanda si impone, più forte che mai: quante altre verità nasconde la notte in cui Mara Favro è scomparsa?
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