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Cronaca
26 Aprile 2025 - 21:16
Un’escursione di scialpinismo si è trasformata in tragedia questa mattina nella zona del Monviso, in alta valle Po, in provincia di Cuneo. Un giovane di 26 anni, residente a Marene, ha perso la vita dopo essere precipitato dal Colle delle Traversette, una delle vie di accesso più frequentate dagli appassionati di alta montagna.
L’allarme è stato lanciato intorno alle 11:30 dalla compagna di escursione, che ha assistito alla caduta senza poter intervenire. Immediato l’intervento del soccorso alpino e del servizio di elisoccorso di Azienda Zero Piemonte, che ha effettuato un primo sorvolo della zona. Tuttavia, la nebbia fitta e il peggioramento delle condizioni meteorologiche hanno impedito all’elicottero di avvicinarsi al luogo dell’incidente.
Mentre l’elicottero restava in stand-by a valle, il tecnico della Centrale operativa ha assistito telefonicamente la donna, aiutandola a orientarsi nella discesa verso il Pian del Re. Grazie alle istruzioni ricevute, la compagna della vittima è riuscita a mettersi in salvo in autonomia, evitando ulteriori rischi.
Nel frattempo, da valle è stata organizzata una squadra di dieci tecnici del Soccorso alpino, tra cui un medico, che sono stati elitrasportati in una zona sicura, circa 500 metri più in basso rispetto al colle. Da lì i soccorritori hanno proseguito via terra con sci e pelli di foca, affrontando un terreno reso insidioso dalla visibilità ridotta e dal meteo instabile.
Soltanto intorno alle 15:30 i tecnici sono riusciti a localizzare il corpo del giovane scialpinista, a una quota di circa 2.700 metri. Dopo aver ricevuto l’autorizzazione dalla Procura della Repubblica, la salma è stata recuperata con il toboga, una speciale barella da neve, e trasportata fino al Pian del Re, dove sono iniziate le operazioni di polizia giudiziaria.
Secondo quanto emerso, il giovane sarebbe precipitato in un tratto particolarmente esposto e ripido del Colle delle Traversette. Restano da chiarire le dinamiche esatte della caduta: tra le ipotesi, una perdita di equilibrio o il cedimento del manto nevoso. Saranno i rilievi e le testimonianze a fornire ulteriori elementi utili a ricostruire i fatti.
Le condizioni meteo hanno avuto un ruolo determinante nell’ostacolare le operazioni di soccorso. La nebbia densa e la scarsa visibilità hanno reso impossibile l’intervento diretto in elicottero, costringendo le squadre a un lungo e faticoso avvicinamento via terra. Un fattore che, in alta montagna, può rallentare notevolmente i tempi di recupero, come accaduto in questo caso.
La morte del giovane ha scosso profondamente la comunità di Marene, dove era molto conosciuto. Appassionato di montagna e sport all'aria aperta, frequentava spesso i percorsi di scialpinismo tra Valle Po e Valle Varaita. Amici e conoscenti lo ricordano come una persona prudente, esperta, con una grande passione per la natura.
Il Monviso, chiamato anche “Re di Pietra” per la sua inconfondibile silhouette, è una meta ambita per escursionisti e alpinisti di tutta Europa. Ma è anche una montagna esigente, dove l'esperienza non basta a eliminare tutti i rischi, soprattutto in periodi di variabilità climatica come la primavera, quando il terreno può cambiare consistenza e pericolosità in poche ore.
Anche oggi, tra nebbia e silenzio, il Monviso ha ricordato la sua durezza, costringendo soccorritori e comunità locale a fare i conti con l’amara consapevolezza che in montagna, ogni passo conta.
E a volte, purtroppo, non basta.
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