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Cronaca
22 Marzo 2025 - 10:26
Clan calabresi e affari torinesi: la ‘ndrangheta non molla il Piemonte
La 'ndrangheta non molla il Piemonte. E il Piemonte, ancora una volta, risponde. L’operazione antimafia “Habanero”, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, ha chiuso il cerchio su un’indagine che mette in luce l’ennesimo asse tra Calabria e Nord Italia, con sei arrestati residenti tra Torino e provincia, di cui due a Brandizzo. Si tratta di soggetti già coinvolti nel blitz di giugno scorso, accusati a vario titolo di far parte o di sostenere le cosche Maiolo di Acquaro ed Emanuele di Gerocarne, nel Vibonese.
Le accuse parlano da sole: associazione mafiosa armata, omicidio plurimo, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, rapina, coltivazione di droga, turbata libertà degli incanti e concorrenza illecita. Un menu criminale da manuale. L’atto di conclusione delle indagini preliminari è stato notificato a 26 persone, un elenco che disegna una rete di complicità diffusa dal Sud al Nord, fino a toccare le porte di Torino.
Ecco i nomi degli indagati:
Luciano Barone, 50 anni, nato ad Atri (TE), residente a Montesilvano (PE);
Cosimo Bertucci, 51 anni, nato a Vibo Valentia, residente a Orbassano (TO);
Francesco Bertucci, 51 anni, nato a Vibo Valentia, residente a Nichelino (TO);
Cristian Domenico Capomolla, 36 anni, nato a Soriano Calabro (VV), residente ad Acquaro (VV);
Francesco Capomolla, 41 anni, nato a Vibo Valentia, residente a Gerocarne (VV);
Giuseppe Chiera, 35 anni, nato a Soriano Calabro (VV), residente a Soriano Calabro (VV);
Francesco Antonio Ciconte, 28 anni, nato a Soriano Calabro (VV), residente a Mazzè (TO);
Gaetano Emanuele, 49 anni, nato a Vibo Valentia, residente a Gerocarne (VV);
Domenico Fusca, 43 anni, nato a Vibo Valentia, residente a Dasà (VV);
Giorgio Galiano, 49 anni, nato a Vibo Valentia, residente a Vibo Valentia;
Sandro Ganino, 39 anni, nato a Vibo Valentia, residente ad Acquaro (VV);
Cosmo Damiano Inzitari, 47 anni, nato ad Acquaro (VV), residente ad Acquaro (VV);
Rinaldo Loielo, 29 anni, nato a Soriano Calabro (VV), residente a Rondissone (TO);
Angelo Maiolo, 40 anni, nato a Vibo Valentia, residente a Montesilvano (PE);
Francesco Maiolo (classe 1979), 45 anni, nato a Vibo Valentia, residente a Montesilvano (PE);
Francesco Maiolo (classe 1983), 41 anni, nato a Vibo Valentia, residente a Brandizzo (TO);
Luca Marano, 45 anni, nato ad Ortona (CH), residente a Pescara;
Filippo Monardo, 28 anni, nato a Soriano Calabro (VV), residente a Soriano Calabro (VV);
Nicola Antonio Papaleo, 65 anni, nato a Rosarno (RC), residente a Francavilla al Mare (CH);
Rodolphe Pinto, 63 anni, nato in Francia, residente a San Salvo (CH);
Vincenzo Pisano, 30 anni, nato a Soriano Calabro (VV), residente a Gerocarne (VV);
Francesco Sorleto, 45 anni, nato a Vibo Valentia, residente ad Acquaro (VV);
Pasquale Rottura, 30 anni, nato a Soriano Calabro (VV), residente ad Acquaro (VV);
Francesca Silipo, 39 anni, nata a Vibo Valentia, residente ad Acquaro (VV);
Francesco Tarzia, 42 anni, nato a Vibo Valentia, residente ad Acquaro (VV);
Giuseppe Taverniti, 47 anni, nato a Vibo Valentia, residente a Brandizzo (TO).
“Habanero” ha riaperto anche il buco nero della cosiddetta strage dell’Ariola, avvenuta nel 2003 in Calabria, dove tre persone furono freddate in un agguato mafioso e una quarta riuscì a salvarsi gettandosi da una scarpata. Una vendetta di sangue, secondo la ricostruzione dell’accusa, legata a una faida che ha segnato per anni la mappa del potere criminale nel Vibonese. I legami con il Piemonte sono meno appariscenti, ma altrettanto pericolosi. Gli indagati che vivono nel Torinese, infatti, non sono semplici fiancheggiatori: alcuni avrebbero avuto un ruolo attivo nel traffico di droga e nel controllo economico di attività legate al gruppo.
La storia si ripete. Dal 2010 a oggi, il Piemonte ha visto numerose operazioni antimafia che hanno confermato quanto la ‘ndrangheta sia profondamente infiltrata nel tessuto sociale e imprenditoriale della regione. Una rapida carrellata lo dimostra: Minotauro (2011), Colpo di coda (2013), Albachiara (2019), Fenice (2020), Carminius/Geenna (2020) e Platinum-Dia (2021). Tutte indagini che hanno scoperchiato l’invisibile: uomini d’onore che non sparano, ma investono. Che non minacciano, ma controllano. Che si muovono silenziosi tra i condomìni di provincia e le aziende locali.
Chi pensava che il Piemonte fosse terra di passaggio, dovrà ricredersi. La regione è diventata, in certi casi, terra di insediamento. E oggi, con l’inchiesta “Habanero”, arrivano ulteriori conferme: la ‘ndrangheta in Piemonte non ha mai smesso di investire, gestire e controllare.
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