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Cronaca

Nuovo processo per il minorenne coinvolto nel caso della bici ai Murazzi

L’aggressione a un agente di polizia penitenziaria nel carcere Ferrante Aporti porta a un nuovo rinvio a giudizio

Nuovo processo per il minorenne coinvolto nel caso della bici ai Murazzi

Nuovo processo per il minorenne coinvolto nel caso della bici ai Murazzi (foto di repertorio)

Nuovi guai giudiziari per uno dei tre giovani condannati per il caso di Mauro Glorioso, lo studente palermitano che nel gennaio 2023 rimase gravemente ferito dopo essere stato colpito da una bicicletta lasciata cadere dall’alto dell’argine dei Murazzi del Po. Il ragazzo, ancora minorenne, dovrà affrontare un nuovo processo con l’accusa di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, per fatti avvenuti all’interno del carcere minorile Ferrante Aporti di Torino.

L’episodio contestato risale al 4 novembre 2023. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il giovane, detenuto nella struttura dopo l’arresto, avrebbe tentato di uscire dalla propria stanza senza autorizzazione, nonostante non vi fosse alcuna attività da svolgere all’esterno. Durante il tentativo di forzare l’uscita, avrebbe colpito al viso un agente di polizia penitenziaria, infilando il braccio attraverso il foro della porta a gabbia. Contestualmente, avrebbe rivolto al poliziotto pesanti insulti e minacce, chiamandolo "Buscetta" – riferimento al celebre collaboratore di giustizia – e "sbirro di m…", in un evidente atteggiamento di sfida nei confronti dell’autorità carceraria.

A seguito dell’accaduto, la procura ha avviato un’indagine che ha portato alla formale incriminazione del minore e al rinvio a giudizio. Il processo si aprirà il 7 ottobre 2025, e sarà seguito con grande attenzione, dato il profilo dell’imputato, già noto alle cronache giudiziarie per il tragico episodio dei Murazzi. Il giovane, infatti, è uno dei tre responsabili della caduta della bicicletta che ha colpito e ridotto in fin di vita Mauro Glorioso, evento che ha sollevato un ampio dibattito sull’emergenza sicurezza nelle zone della movida torinese.

Il procedimento giudiziario si concentrerà sulla ricostruzione dettagliata dell’aggressione all’interno del carcere, con l’analisi delle registrazioni delle telecamere di sorveglianza e le testimonianze degli agenti presenti. La difesa potrebbe cercare di dimostrare che il gesto del ragazzo non fosse premeditato e che la sua reazione fosse legata al difficile contesto della detenzione. Tuttavia, la procura minorile punta a dimostrare che si sia trattato di un episodio di violenza intenzionale e non di una semplice tensione tra detenuti e personale carcerario.

Questo nuovo procedimento riaccende il dibattito sulla gestione dei minori detenuti e sul clima all’interno degli istituti penitenziari minorili. Il Ferrante Aporti, già in passato oggetto di polemiche per episodi di tensione tra detenuti e agenti, torna così sotto i riflettori, con interrogativi sulle condizioni di sicurezza e sulla capacità del sistema penitenziario di garantire un reale percorso rieducativo per i giovani reclusi.

L’attenzione ora si sposta sul processo del 7 ottobre, che potrebbe avere conseguenze significative per il futuro dell’imputato, già coinvolto in una delle vicende giudiziarie più discusse della cronaca torinese degli ultimi anni.

Il procedimento giudiziario si concentrerà sulla ricostruzione dettagliata dell’aggressione all’interno del carcere, con l’analisi delle registrazioni delle telecamere di sorveglianza e le testimonianze degli agenti presenti

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