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Cronaca

Catturato a Cuneo il latitante francese ricercato per tentato omicidio

L'uomo, soprannominato 'Tyson', individuato grazie a un'indagine internazionale

Catturato a Cuneo

Catturato a Cuneo il latitante ricercato per tentato omicidio a Marsiglia

La sua fuga è terminata a Cuneo, dove gli agenti della Squadra Mobile lo hanno individuato e arrestato su mandato internazionale. Il protagonista della vicenda è un cittadino algerino di 43 anni, noto con il soprannome di 'Tyson' per la sua imponente corporatura, che era ricercato dalle autorità francesi per tentato omicidio aggravato in concorso e gravi lesioni personali.

Il suo coinvolgimento in un brutale episodio di violenza risale al 16 agosto 2024, quando a Marsiglia avrebbe ferito gravemente un connazionale con una serie di fendenti alla schiena e alla gola, lasciandolo in condizioni critiche. Il caso ha rapidamente acceso l’attenzione delle forze dell’ordine, che hanno avviato un'indagine approfondita sotto il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine.

Le ricerche hanno portato gli investigatori sulle tracce dell'uomo, individuato inizialmente a Savigliano e successivamente a Cuneo, dove è stato bloccato e tratto in arresto. La sua storia criminale non è nuova alle forze dell'ordine: già noto in Francia per reati legati al traffico di stupefacenti, aveva cercato di ottenere la protezione internazionale poco prima che venisse emesso il Mandato di Arresto Europeo. Ora si trova detenuto nella Casa Circondariale di Cuneo, in attesa delle decisioni della Corte d'Appello, che dovrà esprimersi sulla sua estradizione in Francia, dove potrebbe affrontare una pena fino a trent’anni di carcere.

L'operazione rappresenta un ulteriore esempio della collaborazione tra le autorità europee nella lotta alla criminalità transnazionale. Il caso, oltre a mettere in evidenza l'efficacia del sistema di cooperazione giudiziaria, solleva anche questioni delicate sul rapporto tra richiesta di protezione internazionale e la gestione della giustizia per crimini gravi. Come sempre, fino alla sentenza definitiva, vige il principio della presunzione d’innocenza.

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