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Cronaca
09 Marzo 2025 - 12:53
Fidanzatini presi a calci e pugni al parco: è allarme baby gang in Canavese
E' allarme baby gang in Canavese. Ancora una volta, un episodio di violenza ha scosso Rivarolo Canavese, confermando un fenomeno ormai allarmante. Non è il primo caso e, purtroppo, difficilmente sarà l’ultimo. Appena qualche giorno fa, un altro episodio di pestaggio ai danni di due adolescenti ha riacceso i riflettori sulla pericolosità di questi gruppi di minorenni, capaci di agire con violenza e spavalderia, filmando le aggressioni e diffondendo i video sui social.
A farne le spese, questa volta, due fidanzatini di 14 anni, aggrediti nel parco Malgrà, in pieno pomeriggio. Tutto sarebbe iniziato da una lite su Instagram tra la ragazza e una sua ex compagna di scuola, degenerata fino a un vero e proprio regolamento di conti. Le due si erano date appuntamento alla stazione ferroviaria per chiarire, ma quello che sembrava un confronto tra coetanee si è trasformato in un’imboscata. La 14enne e il suo fidanzato sono stati attirati al parco Malgrà, dove ad attenderli c’era un branco di una trentina di minorenni.
E' stata sporta denuncia ai carabinieri
Dalle parole ai fatti il passo è stato breve. Schiaffi, calci, pugni. Una violenza inaudita, identica a quella di episodi precedenti. Il ragazzo ha riportato la peggio: occhiali rotti e ferite che lo hanno costretto a ricorrere alle cure ospedaliere. Dopo il pestaggio, ha chiamato i genitori, che potrebbero aver già sporto denuncia ai carabinieri di Ivrea. Anche i familiari della giovane aggredita sono stati ascoltati dalle forze dell’ordine e hanno deciso di rivolgersi a un legale.
"Non è possibile che nel 2025 il parco non sia sorvegliato da telecamere collegate a una centrale operativa", denuncia il padre di una delle due vittime.
Le parole del genitore trovano eco tra chi, ormai, vede il parco Malgrà come una zona pericolosa, piuttosto che un luogo di ritrovo per i giovani. Il problema, però, non riguarda solo questa specifica area: in tutto il Canavese, episodi simili si ripetono con inquietante frequenza. Baby gang sempre più organizzate, atti di bullismo che sfociano in aggressioni fisiche e una tendenza preoccupante a esibire la violenza sui social, come un trofeo da mostrare agli amici.
L’allarme è chiaro, così come l’urgenza di una risposta concreta. Serve prevenzione, ma anche un maggiore controllo del territorio, per fermare un fenomeno che sta sfuggendo di mano.
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