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Giudiziaria
26 Febbraio 2025 - 19:18
Distributore benzina
Il benzinaio vince contro la compagnia petrolifera. Accade a Torino, dove il tribunale ha dato ragione a un gestore di stazione di servizio che ha contestato la natura del contratto di "appalto servizi" proposto dalla compagnia. Secondo Faib-Confesercenti, che ha sostenuto il lavoratore nella causa legale con l'avvocato Massimo Sibona, il gestore dovrà essere inquadrato come dipendente a tutti gli effetti.
"Torino fa da apripista. Finalmente un giudice sancisce ciò che sosteniamo da tempo: i nuovi contratti che le compagnie petrolifere vogliono imporre stravolgono il ruolo del gestore. Si tratta di una sentenza storica e di un precedente importante, perché avvalora la tesi che questo tipo di contratti non è applicabile alla distribuzione carburanti", afferma Enzo Nettis, presidente dell'associazione.
Secondo Faib-Confesercenti, le nuove forme di ingaggio introdotte dalle compagnie petrolifere sono di fatto illegittime e mirano a sostituire il classico "comodato sei più sei anni", che definisce il benzinaio come lavoratore autonomo e, soprattutto, gli garantisce una prospettiva temporale adeguata.
I contratti di "appalto servizi", sottolinea l'associazione, "non rispettano la figura giuridica del gestore-imprenditore e configurano una condizione di lavoro dipendente".
"Le compagnie preferiscono l’appalto? Allora dovranno assumerci tutti, e siamo 23 mila in Italia!", prosegue Nettis. "Ovviamente è un paradosso: noi non vogliamo essere assunti, vogliamo continuare a fare il nostro lavoro sulla base di un rapporto negoziato da impresa a impresa, con una durata sufficientemente lunga da permetterci di pianificare la nostra attività. Nessun imprenditore farebbe investimenti con un contratto di pochi anni. Siamo pronti a un confronto con le compagnie, purché si ripristini una contrattualistica rispettosa delle norme in essere e si elimini il macigno della precarizzazione rappresentato dai contratti 'fai da te'. Non vogliamo diventare i rider del settore carburanti. Se le compagnie sono disponibili a discutere su queste basi, noi ci siamo. In caso contrario, inonderemo i tribunali di cause e ricorsi".
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