Cerca

Cronaca

Frecce Tricolori, la perizia conferma: l’aereo precipitato per colpa di un uccello

Le indagini confermano: un birdstrike ha causato lo schianto. La Procura ora valuta le responsabilità dell’aeroporto di Caselle.

Tragedia a Caselle: Confermato il Bird Strike nello Schianto delle Frecce Tricolori

L'indagine della Procura di Ivrea sull'incidente aereo del 16 settembre 2023 a San Francesco al Campo, costato la vita alla piccola Laura Origliasso, si avvia a una svolta. La consulenza tecnica disposta dal PM Valentina Bossi ha confermato che la causa dello schianto del velivolo è da attribuire a un bird strike, ovvero l'impatto con uno o più volatili, che avrebbe portato all'avaria del motore dell'Aermacchi MB-339 della Pattuglia Acrobatica Nazionale.

Sebbene non siano state rinvenute tracce di uccelli sulla fusoliera o sulle ali del velivolo, gli esperti incaricati hanno concluso che il guasto sia stato provocato dall'ingresso di un volatile nell'unico motore dell'aereo. Questo dettaglio, ora certificato dagli esami tecnici, modifica almeno in parte lo scenario delle responsabilità, spostando l'attenzione sulla gestione della sicurezza dell'aeroporto di Caselle Torinese.

Determinante per l'esito dell'inchiesta è stata l'analisi della scatola nera dell'aereo, che ha registrato la voce del capitano Oscar Del Dò, unico indagato per l'incidente. Nell'audio, che dura circa quattro minuti, si sente chiaramente il pilota esclamare: "Bird strike, ho fatto un bird strike" prima di attivare il sistema di espulsione e lanciarsi con il paracadute. I dati telemetrici, contenuti anch'essi nella scatola nera, confermano che il velivolo ha improvvisamente perso potenza a causa di un'avaria al motore, compatibile con l'ipotesi di un impatto con un volatile.

Ulteriori elementi a sostegno di questa tesi sono stati forniti da fotografie e filmati che mostrano la presenza di stormi di uccelli lungo la traiettoria dell'aereo al momento della partenza. Nonostante l'assenza di residui biologici sulla carcassa del velivolo, queste immagini appaiono inequivocabili e confermano il rischio rappresentato dai volatili nell'area dello scalo torinese.

La relazione tecnica, redatta da un team coordinato dall'ingegner Mauro Esposito, è frutto di un'analisi approfondita sulla carcassa e sui sistemi elettronici del velivolo. Un'indagine complessa, che ha richiesto attrezzature specialistiche e competenze elevate. Non a caso, la Procura ha deciso di sostituire i primi periti, due docenti del Politecnico di Milano, con Esposito, noto per essere stato il principale perito dell'inchiesta sulla tragedia di Piazza San Carlo, che nel 2017 causò la morte di due persone e il ferimento di oltre 1.700 tifosi durante la proiezione della finale di Champions League Juventus-Real Madrid.

il momento dell'impatto

Ora l'attenzione degli inquirenti si sposta sulla gestione della sicurezza dell'aeroporto di Caselle. Sotto la lente d'ingrandimento i protocolli adottati per il controllo della fauna selvatica e i report del personale incaricato della dissuasione degli uccelli. Documenti attestano che, poche ore prima del decollo delle Frecce Tricolori, la pista fosse popolata da circa 170 tra gabbiani e corvi. Ma le misure adottate per allontanarli sono state sufficienti?

Dettagli preoccupanti emergono sulla gestione della sicurezza: i falconieri, figura chiave nel contrasto alla presenza di volatili sulle piste aeroportuali, erano operativi solo fino alle 15 a causa della mancanza di fondi per coprire turni più lunghi. 

Oltre ai falconieri, esistono altri sistemi per scoraggiare la presenza di uccelli sulle piste, ma la gestione della sicurezza aeroportuale sembra aver sottovalutato un rischio noto.

Le piste di Caselle sono circondate da aree verdi e zone umide, habitat ideali per molte specie di uccelli. La gestione dello scalo aveva predisposto sistemi di dissuasione, ma l'incidente ha sollevato dubbi sulla loro efficacia.

La domanda che i magistrati si pongono è se siano state attuate sufficienti misure di sicurezza per tenere lontani gli uccelli dalla pista e se l'Aermacchi MB-339, dotato di un solo motore, fosse in condizioni ottimali per affrontare un simile scenario.

Su questo punto si concentra ora una seconda consulenza, ancora più ampia, volta a individuare eventuali responsabilità esterne al pilota.

Stabilita la causa dell'incidente, resta da chiarire se siano state commesse omissioni che avrebbero potuto evitare la tragedia.

Il bilancio è già drammatico: una bambina ha perso la vita, e ora la magistratura vuole capire se la sua morte poteva essere evitata.

Quel giorno

Erano circa le 16:30 del 16 settembre 2023 quando il velivolo, appena decollato dalla base di Caselle, ha perso quota in pochi secondi. Il capitano Del Dò, resosi conto del guasto, ha attivato il sedile eiettabile, riuscendo a salvarsi. L’aereo, ormai fuori controllo, si è schiantato lungo via Banna a San Francesco al Campo, centrando in pieno un’auto su cui viaggiava la famiglia Origliasso.

Nell’impatto, la vettura ha preso immediatamente fuoco. La piccola Laura, appena cinque anni, è rimasta intrappolata tra le fiamme ed è morta carbonizzata. Il fratello maggiore, Andrea, di dodici anni, ha riportato ustioni sul 30% del corpo, mentre i genitori, Paolo Origliasso e Veronica Vernetto, hanno subito lesioni meno gravi.

La tragedia ha scosso profondamente l'intera comunità di San Francesco al Campo e del torinese. Migliaia di persone hanno partecipato ai funerali di Laura, deponendo fiori e messaggi di cordoglio nel punto esatto dell’incidente. La cittadinanza ha espresso sgomento e indignazione, chiedendo chiarezza su quanto accaduto e giustizia per la piccola vittima.

Ad oggi, il capitano Del Dò resta l’unico indagato per omicidio colposo, ma l’inchiesta potrebbe presto allargarsi per verificare se la gestione dell’aeroporto di Caselle abbia omesso misure di prevenzione. La Procura dovrà accertare se siano state rispettate tutte le normative di sicurezza aeronautica e se vi siano eventuali responsabilità nei protocolli di allerta per il rischio birdstrike.

A distanza di mesi dall’incidente, la famiglia Origliasso attende risposte. La comunità vuole sapere se la tragedia di Laura fosse davvero inevitabile o se poteva essere evitata con una gestione più attenta della sicurezza aeroportuale. Il dolore resta, ma la ricerca della verità non si ferma.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori