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Cronaca

Bellavista in fiamme: coltelli, vendette e regolamenti di conti

Agguati in pieno giorno, auto incendiate e una faida che non si ferma. Il quartiere è ormai ostaggio della violenza, mentre le istituzioni restano a guardare

Aggressione in pieno giorno a Ivrea: una faida familiare dietro l'attacco?

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La violenza a Bellavista sembra ormai fuori controllo. Non è solo una questione di degrado o microcriminalità: qui si parla di una guerra urbana in piena regola, con agguati, vendette e atti intimidatori che si susseguono senza sosta. L’ultimo episodio è avvenuto domenica 16 febbraio, quando una donna è stata brutalmente aggredita in pieno giorno, nel bel mezzo della tradizionale fagiolata di quartiere. Due ragazze armate di coltelli e tirapugni, accompagnate da alcuni complici, l’hanno colpita con violenza fino a farle perdere i sensi. Soccorsa e trasportata al pronto soccorso di Ivrea, aveva il volto coperto di sangue. I medici le hanno assegnato una prognosi di sette giorni, mentre la sua auto è stata ritrovata con le gomme squarciate.

aggressione a ivrea

Secondo la testimonianza della donna, l’episodio sarebbe solo l’ultima tappa di una serie di intimidazioni e attacchi che subisce da oltre un anno. Il motivo? Il figlio, lo scorso giugno, è stato investito di proposito da un ragazzo del quartiere, con cui aveva avuto dissidi personali. Da allora la sua famiglia vive sotto assedio, tra minacce e aggressioni. Dopo l’ennesima violenza, ha deciso di presentare una denuncia ai carabinieri, sperando che la situazione non degeneri ulteriormente.

Qualche giorno prima, nella notte tra mercoledì 12 e giovedì 13 febbraio, un altro inquietante episodio ha acceso l’attenzione sul quartiere. In viale Papa Giovanni XXIII, un incendio ha distrutto una Volkswagen Golf di proprietà di un 24enne agli arresti domiciliari, proprio lo stesso che mesi fa aveva investito il giovane in bicicletta. Alcuni testimoni hanno riferito di aver visto due figure incappucciate allontanarsi con delle taniche subito dopo il rogo. Non ci sono dubbi sulla natura dolosa del gesto.

La procura di Ivrea ha aperto un’inchiesta per incendio doloso, affidata alla sostituta procuratrice Giulia Nicodemi, al momento contro ignoti. L’ipotesi più accreditata è che si tratti di una ritorsione per il tentato omicidio di giugno. Tuttavia, le indagini non escludono un’altra pista: Bellavista è da tempo un crocevia dello spaccio di droga e l’incendio potrebbe essere un messaggio legato a regolamenti di conti nel sottobosco criminale della zona.

L’origine di questo clima di tensione risale proprio al 17 giugno, quando il 24enne, a bordo della Golf, avrebbe inseguito un coetaneo e lo avrebbe investito deliberatamente mentre era in bicicletta. Un gesto calcolato, senza esitazione. Dopo l’impatto, si era dileguato nella notte, ma i carabinieri lo avevano arrestato un’ora dopo. L’episodio aveva scatenato rancori profondi, rimasti latenti fino a quando la violenza è tornata a esplodere.

Nel quartiere la paura cresce. Alcuni parlano di una faida tra bande per il controllo del mercato della droga, altri di un regolamento di conti tra famiglie, mentre gli inquirenti cercano di fare chiarezza. La situazione sta degenerando, tra accoltellamenti, vendette e attacchi incendiari.

Bellavista si sta trasformando in un territorio senza legge, dove la giustizia sembra lasciare spazio alla vendetta privata. I residenti si chiedono quanto ancora dovrà peggiorare la situazione prima che qualcuno intervenga davvero.

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