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Cronaca

Sedici anni, troppa rabbia: studentesse si prendono a botte per un ragazzo

Violenza tra adolescenti davanti alla stazione: insulti, spintoni e una denuncia. L'amore diventa scontro fisico

Mean Girls

Mean Girls

L’amore, si sa, è capace di ispirare i più grandi poeti e sceneggiatori. Può accendere passioni, muovere mari e monti, spingere a gesti eroici o a follie senza controllo. E poi, c’è l’amore adolescenziale, quello che brucia forte e veloce, che consuma senza lasciare respiro, che fa sentire il cuore esplodere per un messaggio visualizzato senza risposta o per un ex che sceglie qualcun altro. Un amore che, nel pomeriggio di martedì scorso, si è trasformato in un duello senza esclusione di colpi nel piazzale del Movicentro di Ivrea.

Due ragazze, una 16enne e una 17enne, un solo ragazzo, il solito ex conteso. Una storia che sembra uscita da un classico film di formazione, un mix tra Mean Girls e Romeo + Giulietta, ma con un finale decisamente meno romantico. Una aveva amato, l’altra stava amando. E questo, evidentemente, era inaccettabile.

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Secondo i testimoni, la più giovane ha aspettato la rivale come un personaggio da tragedia shakespeariana attende il proprio destino. Il confronto non ha tardato ad arrivare: parole pesanti, sguardi carichi di rabbia, poi il passo decisivo oltre il confine della tensione. Spintoni, urla, una caduta a terra, la folla attorno che tenta di riprendere la scena con il telefono. L’amore può essere poesia, ma qui è diventato una rissa tra coetanee sotto gli occhi di amici e passanti.

Cosa le ha spinte a tanto? Gelosia? Orgoglio ferito? Un senso di ingiustizia sentimentale?

In quegli anni tutto sembra più grande, ogni emozione è amplificata, ogni ferita brucia più forte.

Si ama come nei film, si odia come nelle tragedie, si combatte come se in gioco ci fosse l’eternità. Eppure, dietro questa scena di lotta e rabbia, c’è solo il dramma silenzioso di chi sente il cuore spezzato e non sa come gestirlo.

Dopo l’aggressione, la 17enne, ancora scossa, ha chiamato la madre, che l’ha portata al pronto soccorso e poi in commissariato per sporgere denuncia. Ma la vera ferita, quella che non si vede, è forse quella che si porta dentro.

Perché la verità è che si soffre più per un amore finito che per una caduta sull’asfalto.

Nel frattempo, la polizia sta cercando di ricostruire la dinamica dei fatti, di raccogliere testimonianze e magari qualche video che chiarisca il tutto. Ma c’è qualcosa che nessun verbale potrà mai spiegare: il dolore muto di una ragazza che non ha ancora il coraggio di tornare a scuola, che rivede la scena nella testa mille volte e si chiede come sia potuta arrivare a questo punto.

Forse tra qualche anno, entrambe si guarderanno indietro e sorrideranno di questa storia, come si ride di quei drammi adolescenziali che sembravano la fine del mondo e invece erano solo l’inizio.

Forse ricorderanno quel giorno e capiranno che l’amore non si vince con una spinta, né si perde con un addio.

Ma oggi, oggi tutto questo è solo un capitolo doloroso di un’adolescenza che brucia troppo forte.

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