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Cronaca

Omicidio lungo la Stura: il DNA potrebbe svelare l'assassino del clochard "Marco"

Cosa sappiamo finora del senza tetto freddato con sette colpi di pistola

Polizia Scientifica (archivio)

Polizia Scientifica (archivio)

Il mistero attorno alla morte di Marcin Wojciechowsky, il clochard polacco di 43 anni freddato con sette colpi di pistola un anno fa lungo la Stura, a Venaria, è ancora irrisolto. L’unica speranza per far luce su questa vicenda sembra legata agli esami del DNA, in corso nei laboratori dei carabinieri del Ris di Parma, su alcune tracce biologiche rinvenute sotto le sue unghie. Una scoperta che potrebbe finalmente dare una direzione chiara a un'indagine che, dopo dodici mesi, non ha prodotto risultati concreti.

Nonostante gli sforzi del Reparto Operativo di Torino, la ricerca della verità si è rivelata estremamente complessa. Di quella tragica sera resta solo un dettaglio: l’audio registrato da un sistema di videosorveglianza nei pressi della periferia, che ha immortalato il suono dei colpi di pistola che hanno spezzato la vita di Wojciechowsky, conosciuto da tutti come "Marco", un uomo robusto e gentile, sempre pronto a scambiare due parole con chi incrociava il suo cammino. Dopo quei rumori, però, solo il silenzio.

Molte risposte si attendono dall'esito dell'esame dei RIS

Nel tentativo di ricostruire gli eventi, gli investigatori, sotto la guida del pm di Ivrea Daniele Piergianni, hanno ascoltato decine di persone, visionato ore di filmati delle telecamere della zona e analizzato i percorsi abituali della vittima. Wojciechowsky viveva in condizioni precarie, accompagnato spesso da una giovane donna romena. Anche i tragitti quotidiani, come quello sulla linea 11 che da Venaria porta a piazza Massaua, dove la coppia cercava di raccogliere qualche spicciolo, sono stati monitorati. Tuttavia, ogni pista si è rivelata un vicolo cieco.

Le testimonianze raccolte non hanno aggiunto elementi utili. Chi lo conosceva lo descrive come un uomo tranquillo, senza nemici, che al massimo si lasciava andare a qualche bicchiere di troppo. «Non dava fastidio a nessuno», ripetono i conoscenti, lasciando un’aura di incomprensione attorno al motivo di una morte tanto violenta.

Nel capanno in cui Wojciechowsky è stato ritrovato senza vita, gli investigatori hanno rinvenuto alcuni oggetti personali: il portafoglio, i documenti e biglietti con numeri di telefono. Contattare quei numeri, però, non ha portato a risposte concrete. «Non lo vediamo da tempo», è stata la frase più ricorrente.

L’indagine resta quindi sospesa, intrappolata in un enigma fatto di ombre. Forse sarà la scienza a sbloccare la situazione, rivelando l’identità di chi ha spezzato la vita di un uomo che cercava solo di sopravvivere ai margini della società.

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