Cerca

Cronaca

Minacce di morte a Miss Italia: "So dove abiti, vengo a violentarti"

Francesca Bergesio, diciannovenne di Cervere e regina di bellezza 2023, denuncia un uomo del Bresciano per minacce gravissime online. Il risarcimento andrà alle vittime di violenza di genere

Miss Italia 2023 Minacciata: Francesca Bergesio Denuncia un 31enne per Stalking

Francesca Bergesio, diciannovenne di Cervere

Miss Italia 2023, Francesca Bergesio, ha denunciato un presunto persecutore che le aveva inviato minacce tramite Facebook. I fatti risalgono al dicembre 2023, poco dopo l'elezione della diciannovenne di Cervere (Cuneo) a regina di bellezza. "So dove abiti, vengo a violentarti, ammazzo te e tuo padre" scriveva l’autore delle minacce in uno dei numerosi messaggi, inviati da un profilo poi risultato falso.

Il padre della ragazza, Giorgio Maria Bergesio, è un senatore della Lega.

Le indagini della polizia postale e della squadra mobile di Cuneo hanno individuato il presunto autore: un uomo di 31 anni residente nel Bresciano. Stamane, al tribunale di Asti, si è tenuta l'udienza predibattimentale a suo carico. Francesca Bergesio, che non è comparsa in aula, si è costituita parte civile e ha già annunciato che, in caso di condanna, il risarcimento sarà devoluto a un'associazione per l'assistenza alle vittime di violenza di genere. "Su questo mi sono battuta durante il percorso di Miss Italia, studiando il monologo sulla violenza di genere. Subire tutto questo mi ha fatto capire ancora di più l'importanza del tema", ha dichiarato l'ex Miss, oggi attrice e modella.

Quella che doveva essere un'esperienza da sogno per la giovane di Cervere si è trasformata in un incubo. Le minacce, che hanno preso di mira non solo lei ma anche il padre, hanno fatto emergere l'ombra inquietante che spesso si nasconde dietro l'anonimato dei social media. Il caso Bergesio è emblematico: il profilo falso creato per inviare messaggi intimidatori è stato un vero strumento di terrore.

La vicenda ha richiesto mesi di indagini serrate da parte delle forze dell'ordine, culminate nell’identificazione di un trentunenne bresciano. Le autorità hanno dimostrato che, nonostante le difficoltà legate al tracciamento online, chi utilizza i social media per scopi criminali può essere individuato e perseguito. La giustizia ha fatto un passo importante, ma resta il monito: troppo spesso le vittime di queste aggressioni digitali non trovano la forza o i mezzi per denunciare.

All’udienza predibattimentale, il coraggio di Francesca Bergesio è emerso con forza nonostante la sua assenza fisica. La sua decisione di devolvere l'eventuale risarcimento a favore delle vittime di violenza di genere non è solo un gesto simbolico, ma un atto concreto che unisce la sua esperienza personale a una causa universale. Questo impegno non nasce dal caso: durante il concorso di Miss Italia, la giovane si era già distinta per la sensibilità dimostrata nel trattare il tema della violenza di genere, studiando e interpretando un monologo dedicato a questa piaga sociale.

La vicenda Bergesio si inserisce in un contesto più ampio, quello delle minacce e delle violenze che si consumano online. Sempre più donne, soprattutto quelle in vista, sono bersaglio di insulti, intimidazioni e vessazioni sul web. Il caso solleva interrogativi sulla necessità di norme più severe per arginare questi comportamenti e garantire maggiore sicurezza digitale.

Francesca Bergesio, oggi impegnata come modella e attrice, sta dimostrando una maturità che va ben oltre i suoi 19 anni. "Mai avrei immaginato di dover vivere tutto questo, ma ora so quanto sia importante non rimanere in silenzio", ha dichiarato in una recente intervista. Il suo coraggio e la sua determinazione la rendono un simbolo per molte giovani donne, un esempio di resilienza di fronte a una situazione che avrebbe potuto piegarla.

MISS

Il procedimento giudiziario è solo all’inizio, ma il messaggio è già chiaro: la violenza, anche quella che si nasconde dietro uno schermo, non deve e non può restare impunita. La storia di Francesca Bergesio è un monito per tutti: il coraggio di denunciare è il primo passo per fermare gli abusi e impedire che altre persone diventino vittime di simili atrocità.

Mentre la giustizia fa il suo corso, Francesca guarda avanti con speranza. Il suo impegno per le vittime di violenza di genere è destinato a proseguire, trasformando il suo dramma personale in una battaglia collettiva. Una bellezza che va oltre l'apparenza, una forza che illumina anche i momenti più bui.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori