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Cronaca

Addio a Carlo Bagliani, il chirurgo che ha unito i mondi

Aveva 77 anni, è stato per 40 anni il coordinatore del Pronto Soccorso del G. Bosco

Addio a Carlo Bagliani, il chirurgo che ha unito i mondi

Fu titolare per quasi vent'anni di un progetto ministeriale per comparare e integrare la medicina occidentale, sostenuta dal sistema sanitario nazionale, con quella tradizionale cinese, più orientata alla prevenzione

Il chirurgo Carlo Bagliani, ex coordinatore del pronto soccorso dell'Ospedale Giovanni Bosco, ci ha lasciato. Aveva 77 anni. E' mancato nella notte tra giovedì 9 e venerdì 10 gennaio dopo una lunga malattia, era ricoverato nell'ospedale in cui ha lavorato per 40 anni, circondato dall'affetto dei suoi cari.

Il suo curriculum è di tutto rispetto: nel 1997, dopo una vita condotta da chirurgo e coordinatore del pronto soccorso dell'ospedale di Barriera di Milano, la dirigenza dell’azienda sanitaria locale gli affidò il compito di accogliere una delegazione ufficiale dell’Hubei Medical University di Wuhan, in visita a Torino per collaborare a un progetto sulla salute pubblica promosso dalla Regione Piemonte in partnership con Göteborg e sostenuto dall’Unione Europea. 

Il progetto, dal titolo evocativo “A new public health in an old country” (Una nuova sanità pubblica in un paese vecchio), anticipava temi cruciali come il declino demografico europeo. Da quell’incontro nacque la passione di Bagliani per il confronto internazionale, che lo portò a diventare il principale riferimento scientifico e organizzativo per la cooperazione con i maggiori centri ospedalieri cinesi. Divenne così titolare di un progetto ministeriale per comparare e integrare la medicina occidentale, in gran parte sostenuta dal sistema sanitario nazionale, con quella tradizionale cinese, più orientata alla prevenzione e al modo di vivere sano per non incorrere in patologie croniche: in Cina, infatti, la sanità è a pagamento e non è per tutti. 

Così, in prossimità delle Olimpiadi di Pechino del 2008, Bagliani accolse decine di delegazioni dei maggiori distretti sanitari che della Cina arrivavano a Torino per imparare la gestione delle emergenze e urgenze. La conformazione del territorio di pertinenza dell’ospedale Giovanni Bosco era assimilabile alle densità tipiche dei quartieri più popolosi della Cina. I progetti coordinati da Carlo Bagliani hanno portato in Italia soltanto dal 1999 fino al 2006, anno delle Olimpiadi Invernali di Torino, 147 ricercatori cinesi e 13 ricercatori della Mongolia. 

Nell’ambito di tali progetti sono stati siglati 28 memorandum con realtà sanitarie cinesi e 4 in Mongolia, inoltre sono stati sottoscritti sei gemellaggi tra Ospedali e Università Cinesi e tre in Mongolia. La storia “cinese” di Carlo Bagliani è racchiusa in un libro stampato dalla Tipografia Settimese, in un’edizione limitata per l’associazione no profit “Centro di Medicina per la Danza” di cui il chirurgo torinese era presidente. E seguendo la danza del cuore, ha conosciuto Luciana Savignano, l’etoile internazionale diventata poi sua moglie: l'artista lo ha amorevolmente accudito durante la lunga malattia fino al suo ultimo respiro. 

Bagliani è stato coordinatore dal 2000 fino al 2018 dei rapporti tra il Ministero Italiano degli Affari Esteri ed il Ministero Cinese della Scienza e della tecnologia, ma è stato anche coordinatore di progetti di confronto sanitario con la Repubblica di Corea, con l’Indonesia ed è stato tra i maggiori consulenti tecnici del primo soccorso territoriale e la preparazione del centro trapianti di Ulan Bator (capitale della Mongolia).

La figura di Bagliani è stata ufficialmente celebrata anche dal Consolato della Repubblica Popolare Cinese di Milano, che ha inserito la sua relazione tra i documenti simbolo della collaborazione ventennale in ambito sanitario tra i due Paesi definendolo come un progetto di “grande rilevanza internazionale”. Bagliani può essere considerato un simbolo dell’eccellenza della sanità italiana, capace di esportare competenze mediche e una nobile compostezza tipica del Piemonte. 

Il suo generoso lavoro, svolto in silenzio e lontano dai clamori della politica, resta un esempio di come la collaborazione internazionale possa migliorare non solo i sistemi sanitari, ma anche i rapporti tra culture. Bagliani ha trascorso in Cina periodo durante il quale gli è stato attribuito il titolo onorifico di ZhongGuoTong (esperto della Cina). “Avevo la presunzione di insegnare, ma mi accorsi ben presto che erano più le cose che imparavo da loro - aveva scritto Bagliani nella relazione depositata al Consolato cinese di Milano - . Il popolo cinese ha un senso di onestà, dedizione e disciplina che non hanno eguali al mondo. Premiano l’integrità e la correttezza delle persone”. Parole che riflettono l’umanità e la profondità di un professionista che ha saputo unire mondi apparentemente distanti.

Domenica 12 gennaio, dalle 12 alle 14, sarà allestita la camera ardente all’ospedale Giovanni Bosco di piazza del Donatore di Sangue. I funerali saranno celebrati lunedì 13 gennaio, alle 10, nella parrocchia della Beata Vergine delle Grazie in via Marco Polo 8 a Torino.

Carlo Bagliani, lascia la moglie Luciana Savignano, i figli Sarah e Claudio con le loro famiglie e le amatissime nipoti. 

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