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Cronaca
17 Dicembre 2024 - 15:11
Sgominata rete di adescatori di minorenni sui giochi online (foto di repertorio)
Quattro uomini sono stati arrestati questa mattina dai Carabinieri dei Comandi Provinciali di Viterbo, Ferrara, Napoli e Torino con l’accusa di adescamento e violenza sessuale aggravata nei confronti di una tredicenne. L’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, ha portato alla luce un inquietante fenomeno di sfruttamento attraverso piattaforme online frequentate da minorenni.
La vicenda è emersa grazie alla denuncia della madre della ragazza, che si è accorta di chat inappropriate tra la figlia e un utente più grande. Le indagini del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Viterbo hanno svelato una realtà ben più grave: non uno, ma quattro adescatori avevano circuitato la ragazza fingendosi coetanei su piattaforme di gioco come Roblox e successivamente spostando la comunicazione su app di messaggistica come WhatsApp, Telegram e altre chat criptate.
I contatti iniziali sono partiti attraverso un gioco online, dove gli uomini hanno guadagnato la fiducia della giovane, inducendola poi a scaricare app di incontri come Connected e Boo. Col tempo, le conversazioni sono diventate esplicitamente a sfondo sessuale. La situazione è precipitata quando i soggetti hanno costretto la ragazza a produrre materiale pedopornografico e a partecipare a rapporti sessuali in videochat.
Gli aguzzini non si sono limitati a questo: hanno minacciato la ragazza di divulgare le immagini ai suoi amici e familiari, manipolandola fino a farle credere che i suoi comportamenti fossero volontari. È emerso, inoltre, che in alcuni casi è stato richiesto il coinvolgimento di fratellini più piccoli.
Questo caso, purtroppo, accende ancora una volta i riflettori sulla vulnerabilità dei minori nel mondo digitale. Giochi online apparentemente innocui come Roblox diventano canali sfruttati dai malintenzionati per adescare e manipolare i giovani utenti.
I Carabinieri raccomandano ai genitori di monitorare con attenzione le attività online dei propri figli, sensibilizzandoli sui rischi.
Gli indagati, seppur arrestati, godono della presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, come stabilito dall’articolo 27 della Costituzione italiana. Tuttavia, la gravità delle accuse sottolinea l’urgenza di interventi concreti per prevenire l’abuso attraverso il web. Le autorità continuano le indagini per determinare se vi siano ulteriori vittime coinvolte in questa rete di adescamento online.
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