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Cronaca
09 Dicembre 2024 - 22:44
La lista delle trentacinque persone che si trovavano nel sito Eni di Calenzano è diventata l'elenco di un dramma che si consuma ora dopo ora. Le speranze di ritrovare vivi i dispersi si affievoliscono con il passare del tempo. Finora sono stati recuperati i corpi di due vittime, mentre altre tre persone risultano ancora disperse, probabilmente sepolte sotto le macerie lasciate dalla devastante esplosione.
Il primo corpo identificato è quello di Vincenzo Martinelli, 51 anni, residente a Prato e originario di Napoli. Martinelli, padre di due figlie, lavorava come autista di autocisterne. La seconda vittima, ancora senza un’identità ufficiale, sembra essere un sessantenne di Bientina, nel Pisano. Entrambi, come molti altri colleghi presenti sul posto, si trovavano lì per fare rifornimento e avviare la giornata lavorativa. Questa tragedia si profila come la "strage degli autotrasportatori": uomini provenienti da tutta Italia, da Catania a Novara, passando per Matera, tutti tra i 45 e i 62 anni. I loro camion, ancora parcheggiati, sono la testimonianza muta di una routine spezzata dalla deflagrazione.
Lo stabilimento colpito dall’esplosione svolge attività di ricezione, deposito e spedizione di prodotti petroliferi come benzina, gasolio e petrolio. Attraverso due oleodotti collegati alla raffineria Eni di Livorno, il carburante viene stoccato in grandi serbatoi atmosferici cilindrici prima di essere trasferito alle pensiline di carico delle autobotti. È proprio in questa fase che i vigili del fuoco stanno operando, spostando con estrema cautela i detriti e le macerie, alla ricerca di eventuali superstiti o di altri corpi.
“Ho visto una scena impressionante. La distruzione è totale. Immagino cosa dev’essere stato per chi si trovava vicino o sotto le infrastrutture di ricarica: un inferno. È una situazione indescrivibile,” ha dichiarato il sindaco di Calenzano, Giuseppe Carovani, visibilmente scosso dopo un sopralluogo sul luogo della tragedia. Secondo il sindaco, quel giorno risultavano effettuati 35 accessi all’azienda.
Nell’area industriale circostante, dove sorgono numerosi altri stabilimenti, il senso di fortuna e sollievo si mescola alla consapevolezza del pericolo. “In quella raffineria lavorano circa cinquanta persone. Io invece sono nell’azienda chimica accanto. Sapevamo che quest’area era pericolosa, ma non immaginavamo fino a questo punto,” racconta Nicolas Magnolfi, operaio ventinovenne che si trovava a soli cinquanta metri dall’esplosione. Magnolfi è rimasto lievemente ferito, mentre altre dieci persone, trasportate in ospedale con urgenza, versano in condizioni gravi. Tra queste, due persone riportano ustioni talmente estese da far temere per la loro vita. Altre diciassette persone si sono presentate spontaneamente nei pronto soccorso delle città vicine, allertate immediatamente dopo l’incidente.
Il dramma ha scosso profondamente il Paese. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha telefonato al governatore della Toscana, Eugenio Giani, per esprimere solidarietà alle famiglie delle vittime e dei feriti, oltre a ringraziare i soccorritori per il loro impegno. Anche la premier Giorgia Meloni ha voluto manifestare il proprio cordoglio: “Esprimo il più sentito cordoglio per le vittime, vicinanza ai feriti e alle famiglie colpite e il ringraziamento a quanti si stanno prodigando nei soccorsi.” Alla sua voce si è unita quella della presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola, che ha espresso “dolore per la tragedia che ha colpito tutta la Toscana.”
Il governatore Eugenio Giani ha proclamato una giornata di lutto regionale per mercoledì 11 dicembre. “Le bandiere degli edifici della Regione saranno esposte a mezz’asta per l’intera giornata e listate a lutto,” ha annunciato, invitando anche gli enti locali e gli uffici statali della Toscana a unirsi al cordoglio.
Intanto, i vigili del fuoco continuano a scavare tra le macerie, mentre la comunità locale e nazionale si stringe attorno alle famiglie delle vittime e ai feriti, nella speranza che una tragedia simile non si ripeta mai più.
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