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Giudiziaria

Demba Seck e il caso revenge porn: accuse di depistaggio su una giovane di Ciriè

L’ex magistrato della Procura di Torino rischia una condanna a un anno e dieci mesi. Le accuse riguardano il mancato sequestro di video compromettenti dell’ex calciatore Demba Seck e una presunta pressione sulla vittima per evitare la querela.

Revenge Porn e Giustizia: Il Caso del Calciatore e l'Ex Magistrato Sotto Accusa

Il caso di Enzo Bucarelli, ex magistrato della Procura di Torino, sta scuotendo il panorama della giustizia italiana, intrecciando le aule di tribunale con accuse che sollevano inquietanti interrogativi. Bucarelli è accusato di depistaggio e frode processuale in relazione a un caso di revenge porn che vede coinvolto Demba Seck, ex calciatore del Torino. Sulla testa dell’ex magistrato pende una richiesta di condanna a un anno e dieci mesi avanzata dalla procuratrice aggiunta di Milano, Tiziana Siciliano, e dalla pubblica ministera Giancarla Serafini.

Il caso risale al 2023, quando Veronica Garbolino, ex fidanzata di Seck e residente a Ciriè, aveva denunciato l’ex compagno per aver registrato di nascosto video intimi senza il suo consenso. All’epoca, la ragazza lavorava in una nota discoteca torinese e, ignara di essere filmata, si è trovata al centro di una vicenda che avrebbe portato alla sua denuncia dopo la fine della relazione. In una lunga intervista a Repubblica, aveva raccontato: "Ero incredula, imbarazzata e scossa. Avevo paura che quei video potessero essere diffusi ad altre persone. Non so nemmeno quanti ne abbia registrati."

Secondo l’accusa, Bucarelli non avrebbe sequestrato il dispositivo contenente i video compromettenti, limitandosi a visionare i file durante una perquisizione della polizia giudiziaria del 21 febbraio 2023. La documentazione ufficiale certifica che Seck aveva inviato almeno due dei filmati a un amico e a un ex compagno di squadra, ora militante in Inghilterra. Nonostante ciò, il telefono non fu mai acquisito come prova. Ancor più grave, Bucarelli avrebbe persuaso la vittima a firmare una transazione economica in cui si impegnava a non procedere con la querela, facilitando così l’archiviazione del caso.

Le indagini iniziali furono vagliate dagli uffici della Procura torinese e successivamente trasmesse ai magistrati milanesi dall’allora procuratore generale Francesco Saluzzo, oggi in pensione. La documentazione raccolta dalla procuratrice aggiunta Siciliano ad agosto ha rafforzato la posizione dell’accusa, portando alla richiesta di rinvio a giudizio. La difesa di Bucarelli, rappresentata dall’avvocato Michele Galasso, ha definito "inspiegabile" la richiesta di processo, sostenendo che nel verbale di perquisizione redatto su indicazione dello stesso Bucarelli erano già presenti tutti i dettagli relativi all’invio dei filmati.

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:Demba Seck, ex attaccante del Toro ora al Frosinone

Nel frattempo, Bucarelli è stato trasferito a Genova come giudice civile, in attesa della conclusione del procedimento penale. L’ex magistrato continua a negare ogni addebito, dichiarandosi estraneo alle accuse. Tuttavia, i dubbi sull’operato restano. Secondo l’accusa, il mancato sequestro del telefono avrebbe compromesso le indagini, impedendo una piena tutela della vittima e favorendo, di fatto, l’impunità di Seck.

Il processo si sta svolgendo con rito abbreviato sotto la presidenza del giudice per l’udienza preliminare Luigi Iannelli. La vicenda non è solo un banco di prova per la giustizia italiana, ma mette in evidenza dinamiche di potere che, se confermate, getterebbero un’ombra inquietante sull’imparzialità di alcune figure istituzionali.

La giovane donna, che ha trovato il coraggio di denunciare, rimane il simbolo di una battaglia più ampia contro l'abuso di fiducia e il silenzio imposto alle vittime. "Avevo paura di parlare, ma ora voglio che la verità venga fuori," ha dichiarato in un’intervista recente. La giustizia, intanto, è chiamata a rispondere con chiarezza e fermezza a queste gravi accuse.

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