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Cronaca

Insulti e sputi al gazebo dei Fratelli d’Italia in piazza Santa Giulia

Attacco durante un banchetto politico: i consiglieri Patrizia Alessi, Andrea Giovannini e Marco Caria accusano il sindaco di complicità. Fratelli d’Italia: “La democrazia è in pericolo a Torino.”

Torino: tensioni in piazza Santa Giulia, attacco al gazebo di Fratelli d'Italia

Torino, sputi e insulti ai consiglieri. «Sono stati quelli di Askatasuna»

È successo questa mattina in piazza Santa Giulia a Torino, dove un gazebo di Fratelli d’Italia è stato oggetto di un attacco verbale e gestuale che, secondo quanto riportato dal partito, sarebbe stato perpetrato da “alcuni antagonisti legati al centro sociale Askatasuna”.

I consiglieri Patrizia Alessi, Andrea Giovannini e Marco Caria, presenti al banchetto insieme a militanti del partito, hanno riferito di essere stati raggiunti da insulti, tra cui “fasci di merda”, e da sputi diretti verso il gazebo, sfiorando consiglieri e sostenitori. Un episodio che, oltre a indignare i diretti interessati, ha subito acceso le polemiche politiche.

Patrizia Alessi, capogruppo di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 7, ha puntato il dito contro l’amministrazione comunale, sostenendo: “Questo è il risultato della complicità tra il sindaco e la sua giunta con Askatasuna, che, nonostante l’indifferenza delle istituzioni, continua ad essere occupato senza che venga fatto nulla per fermarlo.” I tre consiglieri si sono uniti in una riflessione più ampia, chiedendosi: “La democrazia è davvero in pericolo a Torino?”

Maurizio Pedrini, coordinatore cittadino del partito, ha rincarato la dose, parlando di un clima di intolleranza crescente: “Mi sembra evidente che a sinistra ci siano persone che non tollerano le opinioni altrui, soprattutto se divergenti dalle loro. Non possiamo sottovalutare questo clima di intolleranza che sta crescendo in città.”

La vicenda si inserisce in un contesto di polemica politica già acceso, con il centro sociale Askatasuna spesso al centro di critiche e contrapposizioni. La sua occupazione, mai sanata, continua a rappresentare per molti un simbolo di divisione, con posizioni diametralmente opposte tra chi lo considera un presidio di resistenza e chi, invece, lo identifica come un focolaio di scontri e provocazioni.

L’episodio odierno, benché fortunatamente senza gravi conseguenze fisiche, riapre il dibattito sul livello di tensione politica che si respira in città. I protagonisti della vicenda denunciano un attacco alla democrazia e al confronto civile, mentre la polemica rischia di alimentare ulteriormente le divisioni. La domanda che si pongono in molti è se le istituzioni sapranno garantire spazi di confronto davvero democratici, in una città che, sempre più spesso, sembra essere lo specchio delle contrapposizioni politiche e sociali nazionali.

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