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Giancarlo Giannini: "Il cinema di oggi non mi piace!"

L'attore 82enne, premiato a Torino, si scaglia contro il cinema contemporaneo: "Si è persa la semplicità e la fantasia. Manca anche il misticismo". Conferenza stampa tra insofferenza e riflessioni amare sul futuro del grande schermo.

Giancarlo Giannini

Giancarlo Giannini

"Ho dormito pochissimo e sono anche un po' nervosetto. Qui ci sono cento fotografi come ad Hollywood, che devo dire ancora? Sono contento di aver ricevuto la Stella della Mole, ma l'ho già detto ieri! Spero ora solo di potermela portare sul treno senza farmi del male (facendo riferimento alle punte molto aguzze del premio)."

Così stamani Giancarlo Giannini, 82 anni, non ha mancato di mostrare tutta la sua insofferenza alla conferenza stampa congiunta dei primi tre premiati della Stella della Mole. Oltre a lui c'erano infatti Rosario Dawson e Matthew Broderick.

Un'insofferenza da parte dell'attore che poi non manca di mostrare pessimismo anche verso lo stesso cinema, che è troppo cambiato e non ama più, tranne qualche rara eccezione.

"È ormai cambiatissimo rispetto al passato - dice - anche se ci sono andato poco dopo la pandemia, ma comunque quello che ho visto non mi è piaciuto affatto. Salvo i film di Spielberg e Wenders" (rispettivamente 'The Fabelmans', 2022 e 'Perfect Days', 2023).

Giancarlo Giannini

E ancora Giannini, con fare molto scocciato e che nel pomeriggio ha dato anche forfait all'appuntamento concordato con i quotidiani: "Mi piace invece molto il cinema del passato - sottolinea -. I capolavori oggi non si fanno più. Ora si devono pensare altre forme di cinema, forse anche più brevi. Io non sono un attore, lo ribadisco, sono solo un perito elettronico e il digitale è una rivoluzione, che deve essere ancora capita!"

E ancora Giannini ribadisce: "Sono vecchio e non mi piace il cinema di oggi. Spero solo, ormai, vista l'età, di vederne ancora molto poco. Perché non mi piace? Si è persa ormai sia la semplicità che la fantasia. La prima è difficilissima da applicare mentre la seconda si adopera troppo poco. Insomma, mi piacerebbe più rottura degli schemi, bisogna essere più semplici e usare la fantasia donata da Dio."

E conclude: "Mi è piaciuto 'The Fabelmans' di Spielberg perché racconta una piccola storia personale in modo geniale, una cosa che trovi anche in Kubrick a Kurosawa. Bisogna tornare alla semplicità di raccontare la vita in modo umano e mistico. Sì, ora che ci penso, al cinema manca anche il misticismo."

Chi è?

Giancarlo Giannini è un attore, doppiatore e regista italiano, nato a La Spezia il 1º agosto 1942. Dopo l'infanzia trascorsa nel borgo di Pitelli, si trasferisce a Napoli, dove consegue il diploma di perito elettronico. Successivamente, si stabilisce a Roma per studiare recitazione presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico.

La sua carriera teatrale inizia a soli 18 anni con lo spettacolo "In memoria di una signora amica" di Giuseppe Patroni Griffi. Esordisce al cinema nel 1965 con "Fango sulla metropoli" di Gino Mangini, ma la svolta nella sua carriera arriva grazie alla collaborazione con la regista Lina Wertmüller. Con lei realizza pellicole memorabili come "Mimì metallurgico ferito nell'onore" (1972), "Film d'amore e d'anarchia" (1973) e "Pasqualino Settebellezze" (1975), che gli vale una candidatura all'Oscar come miglior attore protagonista.

Giannini è uno degli attori italiani più premiati, con sei David di Donatello, sei Nastri d'Argento e cinque Globi d'Oro. È anche celebre come doppiatore, avendo prestato la voce italiana a icone di Hollywood come Al Pacino e Jack Nicholson.

Nel 2023 ha ricevuto una stella sulla Hollywood Walk of Fame, un riconoscimento che celebra la sua straordinaria carriera artistica e il contributo al cinema internazionale.

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