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Cronaca

Droga nella riserva naturale: Carabinieri scoprono campi di spaccio in zona protetta

Due campi di spaccio smantellati nella riserva naturale: 35 carabinieri coinvolti nell'operazione

Scoperta una rete di spaccio

Droga nella riserva naturale: Carabinieri scoprono campi di spaccio in zona protetta

Nella riserva regionale della Valsarmassa, un'area boschiva protetta di 200 ettari che si estende tra i comuni di Incisa Scapaccino, Vaglio Serra e Vinchio, si celava un oscuro segreto. Due campi attrezzati da spacciatori di droga, dove ogni tipo di stupefacente veniva venduto ai clienti, sono stati scoperti dai Carabinieri. L'operazione, guidata dal Comando Compagnia Carabinieri di Canelli, ha visto la partecipazione di 35 militari, supportati da un elicottero del 1° Nucleo Elicotteri di Volpiano, che ha sorvolato la zona per garantire la copertura aerea necessaria.

L'intervento, avvenuto il 14 novembre 2024, ha richiesto un'accurata pianificazione e il coinvolgimento di diverse unità specializzate. Oltre ai Carabinieri di Canelli, hanno partecipato i colleghi della Compagnia Carabinieri di Asti, i militari di una squadra di intervento operativo del 1° Reggimento Carabinieri Piemonte e un'unità antidroga del Nucleo Cinofili di Volpiano. La sinergia tra le diverse forze in campo ha permesso di smantellare una rete di spaccio che operava indisturbata in un'area protetta, sfruttando la fitta vegetazione come copertura naturale.

Le basi logistiche degli spacciatori

Gli spacciatori avevano creato delle vere e proprie basi logistiche all'interno della riserva. Qui, attendevano gli acquirenti in tende attrezzate con rudimentali impianti di illuminazione, costruiti con batterie di automobili, e strumenti altrettanto rudimentali per il riscaldamento.

Operazione antidroga nella riserva naturale

Sedie e altri oggetti di fortuna completavano l'allestimento di questi campi, che si presentavano come un rifugio temporaneo ma ben organizzato. La scoperta di rifiuti di ogni genere ha richiesto l'intervento del comune di Incisa Scapaccino per lo smaltimento, evidenziando l'impatto ambientale di queste attività illecite.

Oltre alle strutture fisiche, i Carabinieri hanno rinvenuto nei boschi telefoni utilizzati dagli spacciatori per comunicare con i consumatori della zona e con i complici che fornivano la droga da smerciare. Questi dispositivi, spesso considerati strumenti di connessione e progresso, si sono rivelati alleati preziosi per il crimine, permettendo agli spacciatori di coordinare le loro attività senza destare sospetti. La tecnologia, in questo contesto, diventa un'arma a doppio taglio, capace di facilitare tanto le indagini quanto le attività illecite.

L'operazione nella riserva della Valsarmassa rappresenta un importante successo per le forze dell'ordine, che hanno dimostrato ancora una volta la loro capacità di intervenire efficacemente in situazioni complesse. La collaborazione tra diverse unità e l'uso di tecnologie avanzate, come il supporto aereo, hanno giocato un ruolo cruciale nel garantire l'esito positivo dell'intervento. Tuttavia, la scoperta di questi campi di spaccio solleva interrogativi sulla sicurezza delle aree protette e sulla necessità di vigilanza continua per prevenire il ripetersi di simili episodi.

La vicenda della Valsarmassa è un monito per le comunità locali e le istituzioni, chiamate a collaborare per preservare la sicurezza e l'integrità delle aree naturali. La protezione dell'ambiente e la lotta al crimine devono procedere di pari passo, in un'ottica di sostenibilità e rispetto delle leggi. Solo attraverso un impegno congiunto sarà possibile garantire che le riserve naturali rimangano luoghi di bellezza e tranquillità, lontani dalle ombre del crimine.

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