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Cronaca
14 Novembre 2024 - 09:02
Terrore tra i banchi di scuola: ragazzi in fuga da un bullo armato di machete
Il bullismo continua a manifestarsi tra i banchi di scuola, minando l’ambiente educativo e trasformandolo in un luogo di paura e insicurezza. Questo è quanto accaduto nel quartiere Vallette di Torino, dove gli studenti della scuola media Turoldo hanno vissuto episodi di violenza e minacce, culminati nella fuga disperata di uno studente, inseguito da un compagno armato di machete. Le prepotenze sono iniziate con dispetti e atti di bullismo, crescendo di intensità fino a diventare vere e proprie aggressioni con armi. Due adolescenti, di 13 e 14 anni, hanno preso di mira i loro coetanei, che, impauriti e vergognosi, hanno scelto il silenzio.
La situazione è esplosa quando, il 9 marzo, un giovane è stato costretto a scappare in via delle Magnolie, braccato dal branco. Gli eventi si sono aggravati al punto che, solo pochi giorni dopo, uno dei bulli si è presentato a scuola con una pistola nascosta nello zaino – forse un giocattolo, ma sufficiente a terrorizzare i compagni e a spingere i genitori a un sit-in davanti alla scuola.
La svolta in questa difficile vicenda è arrivata grazie alla collaborazione tra famiglie, scuola e forze dell'ordine. La vicecommissaria Raffaella Ferri, insieme alla collega Maria Grazia Ravetto e alle assistenti Debora Capra e Laura Marzullo, ha saputo conquistare la fiducia degli studenti.
"È fondamentale creare un rapporto di fiducia", ha dichiarato Ferri, sottolineando che, con il supporto dei genitori e della scuola, sono riusciti a risolvere la situazione. Il 13 marzo, durante un incontro con i ragazzi, le testimonianze sono finalmente emerse, permettendo di intraprendere i provvedimenti necessari.
Le autorità hanno disposto il trasferimento di uno dei bulli, mentre l’istituto ha promosso iniziative di sensibilizzazione contro il bullismo. A sottolineare l’importanza dell’intervento, il sindaco Stefano Lo Russo ha rilasciato un encomio ai membri della polizia locale e al personale scolastico coinvolto, elogiando l'impegno di ognuno nella risoluzione della vicenda.
Il bullismo richiede un approccio integrato
Questa storia rappresenta una lezione di speranza e resilienza: con il supporto delle istituzioni e l’ascolto attivo degli studenti, la scuola media Turoldo è riuscita a trasformare un’esperienza drammatica in un percorso di crescita per l’intera comunità. Il bullismo non può e non deve avere posto nella scuola, e ogni ragazzo ha diritto a sentirsi protetto e compreso in quello che dovrebbe essere un ambiente di apprendimento e serenità.
Il bullismo scolastico è un fenomeno complesso e diffuso, che va oltre i semplici dispetti per sfociare in atti di aggressione psicologica e fisica con ripercussioni profonde sui giovani. Tra minacce, insulti e violenze, il bullismo mina la serenità degli studenti, trasformando la scuola, un luogo di crescita e apprendimento, in un teatro di paura e isolamento.
Gli studi evidenziano come questo fenomeno possa avere conseguenze a lungo termine sulla salute mentale delle vittime, che spesso sviluppano problemi di ansia, depressione e scarsa autostima, difficoltà che possono persistere fino all’età adulta.
Ciò che rende il bullismo così insidioso è l’omertà che spesso avvolge questi episodi: vergogna e paura spingono molte vittime a nascondere la sofferenza, facendo sì che il problema resti invisibile agli occhi degli insegnanti e delle famiglie. Nei casi peggiori, come a Torino, le vittime arrivano addirittura a rinunciare alla scuola, privandosi di una delle esperienze formative fondamentali.
La mancanza di interventi immediati e il timore di ritorsioni lasciano il campo libero ai bulli, amplificando l’insicurezza delle vittime.
Affrontare il bullismo richiede un approccio integrato che coinvolga scuola, famiglia e istituzioni. L'esempio della scuola media Turoldo dimostra come la collaborazione tra figure di supporto possa fare la differenza. Programmi di sensibilizzazione mirati, come corsi di prevenzione contro il bullismo, si sono rivelati efficaci nel ridurre i casi di violenza, educando i ragazzi all’empatia e alla comprensione reciproca. Questi interventi, uniti alla presenza di psicologi scolastici e alla costruzione di un ambiente di fiducia, aiutano i giovani a sentirsi protetti e valorizzati.
Inoltre, la digitalizzazione ha aperto un nuovo fronte: il cyberbullismo, una forma di bullismo che si espande online e prosegue anche al di fuori dell’orario scolastico, con l'uso di social media per diffondere insulti e minacce. Affrontare il bullismo significa quindi formare i ragazzi all'uso consapevole dei social e offrire strumenti per difendersi. Serve un cambio culturale che riporti i giovani al rispetto e alla comprensione, rendendo la scuola un ambiente davvero sicuro per tutti.
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