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Cronaca
06 Novembre 2024 - 11:40
Shock in Canavese, furti seriali: ormai un’abitudine come il caffè del mattino?
Siamo arrivati al punto in cui l’ennesimo tentativo di furto non suscita più nemmeno lo stupore. E se fossero diventati parte del paesaggio quotidiano come i gabbiani in città o le buche nelle strade? Mentre i ladri entrano e scappano indisturbati, i cittadini si chiedono: possibile che si debba organizzare un gruppo di vigilantes fai-da-te per sentirsi al sicuro in casa propria?Sabato scorso alle 20.30, l’ennesimo tentativo di furto ha scosso la tranquilla comunità di Tonengo di Mazzè. Due ladri hanno cercato di introdursi in una casa, ma grazie alle telecamere di sicurezza il proprietario si è accorto dell’intrusione, attivando immediatamente l’allarme. Una reazione rapida che, fortunatamente, ha sventato il colpo e messo in fuga i malviventi.
Non è stato solo l'allarme a spaventare i ladri. La comunità ha creato un gruppo WhatsApp con il vicinato, che si è rivelato fondamentale in questo caso: i vicini sono accorsi immediatamente, creando un deterrente improvvisato ma efficace. Tuttavia, i problemi non finiscono qui.
Dopo aver condiviso le immagini della tentata effrazione su Facebook, i residenti hanno scoperto un fatto inquietante: questa banda di ladri agisce indisturbata da gennaio scorso, utilizzando sempre gli stessi veicoli - una Fiat 500 Abarth grigio scura e una Panda scura. Eppure, nonostante le numerose telecamere comunali presenti a Mazzè, Rondissone e nei dintorni, nessuno è riuscito a fermare questa scia di furti.
Molti cittadini che hanno subito intrusioni in questi mesi hanno commentato la gravità della situazione. Le testimonianze sono agghiaccianti, come quella di un residente che ha raccontato: “Sono venuti anche da noi a Torre e hanno fatto un disastro. Vivo ormai nel terrore: sono entrata in casa e me li sono trovati davanti. Sono scappati, sempre con la stessa auto.”
La preoccupazione cresce, e la domanda sorge spontanea: cosa aspettano le autorità a intervenire? I cittadini, esasperati, si sentono abbandonati e chiedono che le forze dell’ordine agiscano prima che accada qualcosa di irreparabile. In un clima di insicurezza crescente, la comunità chiede un intervento immediato e deciso per riportare la serenità nelle case di Mazzè e dintorni.
Furto nel Canavese: i residenti sono esasperati
Eventi come i ripetuti tentativi di furto a Tonengo di Mazzè lasciano tracce profonde nella comunità, minando la sicurezza e la serenità quotidiana. Il senso di vulnerabilità cresce di pari passo con la sfiducia nelle istituzioni, percepite spesso come assenti o inefficaci nel proteggere i cittadini. Molti residenti, come dimostrano i messaggi sui social, si trovano a convivere con la paura costante di intrusioni nelle proprie case, al punto che anche il rientro a casa la sera si trasforma in un momento di ansia.
Inoltre, il fenomeno si ripercuote sul tessuto sociale: la necessità di organizzare gruppi di sorveglianza fai-da-te porta i vicini a collaborare, creando una sorta di rete di solidarietà locale. Tuttavia, questa "resistenza" comunitaria ha un lato negativo, poiché spinge i cittadini a sentirsi soli nella difesa del proprio territorio, sviluppando un atteggiamento di diffidenza verso gli estranei e persino di sospetto reciproco. La vita di paese, tradizionalmente basata sulla fiducia e sulla tranquillità, finisce per trasformarsi, con un impatto sul senso di appartenenza e coesione.
Infine, il danno economico e psicologico è significativo. Ogni furto o tentato furto è una ferita: oltre ai beni materiali, ciò che viene violato è l’intimità della casa, la percezione di poter essere al sicuro nel proprio spazio privato. Senza interventi efficaci, il rischio è di assistere a un progressivo abbandono della zona o a un aumento delle tensioni, con ricadute sulla vivibilità e l’attrattiva della comunità.
In conclusione, la situazione a Tonengo di Mazzè riflette un problema più ampio e preoccupante: l'apparente incapacità delle istituzioni di proteggere i cittadini, lasciando che questi episodi diventino quasi "normali". La comunità, spinta a difendersi autonomamente, vive ormai con un crescente senso di insicurezza e sfiducia. Quanto ancora dovranno aspettare i cittadini prima di vedere un intervento concreto?
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