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Cronaca
23 Ottobre 2024 - 12:12
Vandali contro i velo-ok in Canavese
La furia dei cittadini di San Benigno Canavese si è abbattuta ancora una volta sui totem arancioni, i famigerati velo-ok, installati lungo le strade per dissuadere gli automobilisti dal superare i limiti di velocità. Collocati strategicamente nel 2023, questi dispositivi hanno diviso l'opinione pubblica, e non tutti sono stati disposti a tollerarli.
Negli ultimi giorni, due dei dieci autovelox posizionati nel comune sono stati vandalizzati con inaudita violenza. I fatti si sono verificati in località Bruciata, dove uno dei totem è stato distrutto e scaraventato a terra. Su un altro, ignoti hanno tracciato una svastica utilizzando una bomboletta spray, un segno inequivocabile di premeditazione e di rabbia contro il dispositivo.
Non è la prima volta che i velo-ok diventano bersaglio di atti vandalici a San Benigno Canavese. Lo scorso aprile, in una sola notte, quattro dispositivi furono danneggiati in diverse frazioni: tra Mura e Bruciata, e persino lungo la via che conduce al campo sportivo di Lombardore. Questi episodi riflettono l’insofferenza crescente di alcuni cittadini, che vedono nei totem non un aiuto alla sicurezza, ma una macchinosa strategia per fare cassa con le multe.
La rabbia contro questi strumenti non è nuova. Molti automobilisti, probabilmente stufi delle multe ricevute per eccesso di velocità, si sono vendicati prendendo di mira i dispositivi, senza farsi scrupolo di infrangere le leggi che i velo-ok dovrebbero far rispettare.
Un dispositivo velo-ok
Secondo il sindaco Alberto Graffino, all’epoca era probabile che per alcuni di questi atti di vandalismo siano stati usati anche dei petardi. Ma le indagini si rivelano complesse: nei punti in cui i velo-ok sono stati installati, non ci sono telecamere di sorveglianza. Tuttavia, il sindaco ha assicurato che i dispositivi saranno sostituiti.
Graffino ha difeso l’utilità dei velo-ok, spiegando che la loro funzione principale è quella di far rallentare chi esagera con il piede sull'acceleratore. “Abbiamo notato un calo delle velocità nei punti in cui sono stati messi”, ha dichiarato il primo cittadino, “ma di tanto in tanto vengono vandalizzati. Prima si limitavano a staccare gli adesivi, ora le azioni sono diventate più gravi. Non ci faremo comunque scoraggiare”. Tuttavia, il sindaco ha sottolineato come questi dissuasori non siano stati installati per fare cassa, ma per motivi di sicurezza stradale. Infatti, molti dei dispositivi si trovano in punti sensibili, dove attraversano scuole o tratti di strade provinciali a rischio incidenti.
Le parole del sindaco, però, sembrano cadere nel vuoto tra chi non vuole sentire ragioni. I velo-ok, nonostante siano pensati per garantire una maggiore sicurezza, sono visti da alcuni come strumenti di controllo eccessivo, capaci solo di generare sanzioni e tensioni. La maggior parte dei residenti riconosce l'utilità di questi dissuasori, ma c'è una frangia di automobilisti che sembra decisa a non tollerarli.
I fatti di San Benigno Canavese riflettono un malessere che non riguarda solo la cittadina, ma una tensione diffusa in molte altre aree d’Italia, dove l’installazione di autovelox ha suscitato reazioni contrastanti. Da una parte, le amministrazioni locali difendono la necessità di controllare la velocità per evitare incidenti, dall’altra, c’è chi vede in queste iniziative solo un modo per fare cassa, esasperando la vita di chi, quotidianamente, si sposta per lavoro o necessità.
Nonostante la ferma volontà del Comune di sostituire i totem vandalizzati, la tensione rimane alta. Il dibattito sui velo-ok continua a dividere, e la guerra contro questi totem arancioni sembra destinata a protrarsi.
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