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Lutto

La città piange Giovanna Boggio: un pezzo di storia che se ne va

"Era una persona diretta, ma sapeva scegliere le parole senza mai ferire. La sua assenza lascia un vuoto incolmabile". La sua scomparsa non segna solo la fine di una vita, ma di un'epoca

Caluso piange Giovanna Boggio

Caluso piange Giovanna Boggio: un pezzo di storia che se ne va

Con la scomparsa di Giovanna Boggio se ne va un altro pezzo della storia di Caluso. Non vedere più il suo viso ancora bello, nonostante l'età, e non potersi più arricchire della sua intelligenza e simpatia lascerà un grande vuoto nella comunità. Gianna, per tutti gli amici, aveva 80 anni e un'energia contagiosa. Ma cosa resta di lei, ora che non c'è più? Forse il ricordo di una vita intensa, fatta di amore per la famiglia e di impegno nel lavoro.

Per tanti anni, insieme al marito Mario Vachino, Gianna ha gestito un negozio di abbigliamento in via Bettoia, il cuore pulsante di Caluso. Poi, ha scelto di dedicarsi alla sua seconda grande passione: la cucina.

Sempre al fianco di Mario, ha preso in gestione il centro ricreativo e culturale della frazione Rodallo. E qui, il suo tocco magico non ha tardato a farsi notare: nuovi arredi, menù a base di prodotti del territorio serviti a prezzi popolari.

In breve tempo, il centro è diventato un punto di riferimento per tanti abitanti del paese. Ma quanti di loro potranno mai dimenticare le cene preparate da Gianna, con il marito impegnato a gestire il bar?

Un'eredità tramandata al figlio Luca

La passione di Gianna per la cucina e la convivialità è stata tramandata al figlio maggiore, Luca Vachino, che ora ha preso le redini del circolo.

«Fin da piccolo frequentavo la casa dei Boggio in via Diaz – ricorda Corrado Scapino, presidente dell'Enoteca regionale dei vini della provincia di Torinoe Gianna era già un personaggio. Lo è sempre stata: era una donna diretta, simpatica, molto legata alla famiglia, al marito, ai quattro figli, ai nipoti, alle sorelle Nene, Chiara e al fratello Paolo, già capogruppo della sezione alpini di Caluso. Difficile pensare che non ci sia più».

 

Il centro ricreativo e culturale della frazione Rodallo.

Gianna Boggio si è spenta all'alba dello scorso mercoledì nella sua amata casa nel cuore della "freta", dove ancora si respira la storia del pittore Camino. Accanto a lei, fino all'ultimo, il marito e i figli, che le sono stati vicini in questi ultimi momenti. I funerali, tenutisi nella chiesa parrocchiale di Caluso, hanno visto una partecipazione commossa.

La notizia della sua morte si è diffusa come un'eco triste in tutto il Canavese. Dal pomeriggio di mercoledì, in tanti hanno voluto stringersi intorno alla famiglia per un ultimo saluto, per fissare nella memoria il ricordo di Gianna.

Nessuno dimenticherà la sua risata contagiosa, le sue parole di conforto e quel senso di appartenenza che sapeva trasmettere? A Caluso, la scomparsa di Gianna Boggio non segna solo la fine di una vita, ma di un'epoca.

Il ricordo di Corrado Scapino

Corrado Scapino ha conosciuto la famiglia di Gianna quando aveva sei anni. Parlare di questa figura storica di Caluso, per lui, è come parlare di un membro della sua famiglia. «È una seconda famiglia per me».

Di Gianna ricorda il suo carattere vitale e la sua schiettezza nel parlare. «Era una persona diretta – dice Corrado – sia quando doveva farti un complimento che quando doveva farti una critica. Generalmente, le persone con questo carattere rischiano di essere pungenti. Ma Gianna no. Lei sapeva scegliere con accuratezza le parole, senza mai ferire il prossimo».

Quando si vuole capire il valore che una persona ha avuto nella comunità, probabilmente basta dare un'occhiata alla partecipazione alle esequie. «Ai funerali di Gianna c'erano tutti: dai più giovani ai più anziani. E questo dice molto su una persona».

Ci racconti un aneddoto su Gianna e la sua famiglia?

«Da giovane uscivo con il fratello Paolo, e a volte capitava che facessimo tardi la sera. Quando tornavamo alle due di mattina, andavamo a dormire da lei».

Anche nella malattia, Gianna si mostrava determinata e pronta a battagliare. La malattia non aveva spento la sua solidarietà.

«Fino a un anno fa, quando andavo al ristorante era una festa. Sa quando si ha il piacere di incontrare una persona e basta che gli sguardi si incrociano per far scattare un sorriso spontaneo? Ecco, io di Gianna custodisco questo bellissimo ricordo».

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