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Giudiziaria

Mazzette "autostradali". Nel mirino il Consorzio Stabile Sis futuro concessionario della Quincinetto-Torino

Una tangente da quasi 846mila euro, oltre a "benefit" come un'auto e un appartamento.

mazzette e autostrade

mazzette e autostrade

Una tangente da quasi 846mila euro, oltre a "benefit" come un'auto e un appartamento. Questi i primi dettagli emersi da una nuova indagine della Procura di Milano che sta scoperchiando un presunto giro di mazzette sui lavori di manutenzione della rete stradale italiana, in particolare tra Lombardia e Veneto.

Al centro dell'inchiesta ci sono funzionari ed ex funzionari di Anas, e l'operazione è venuta alla luce stamattina, con una serie di perquisizioni tra Roma, Milano, Verona e Torino, condotte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza. L'indagine è coordinata dai pm Giovanna Cavalleri e Giovanni Polizzi, insieme all'aggiunta Tiziana Siciliano.

Le Fiamme Gialle si sono presentate non solo nelle sedi della società del gruppo Fs, ma anche negli uffici del Consorzio Stabile Sis  di Torino, appaltatore-concessionario per Anas, con un portafoglio ordini nel settore delle grandi infrastrutture che supera in valore i 3 miliardi di euro e ricavi da oltre 200 milioni di euro all'anno guidato dalla famiglia Dogliani che è l'azionista di maggioranza.

La famiglia di Narzole, comune in provincia di Cuneo, ha recentemente presentato una proposta di partenariato pubblico-privato per la costruzione del nuovo ospedale Santa Croce; il gruppo ha anche ottenuto la concessione della tratta autostradale Torino-Ivrea-Quincinetto, la bretella di collegamento A4/A5 Ivrea-Santhià, la diramazione Torino-Pinerolo e del sistema tangenziale torinese attualmente nelle mani di Ativa del gruppo Gavio che, stando alle voci, dovrebbe lasciare a dicembre.

mazzette

Sono state coinvolte, inoltre, nove persone tra cui i fratelli Stefano, Luigi e Marco Liani. Il primo è ancora manager di Anas, mentre gli altri due hanno lasciato l'azienda per fondare un proprio gruppo di costruzioni, anch'esso finito nel mirino degli inquirenti.

Tra gli altri indagati c'è anche Giovanni Proietti, già imputato per il crollo del ponte Morandi e anch'egli ex funzionario Anas ed ex dirigente del Ministero delle Infrastrutture. Le accuse variano da corruzione a turbativa d'asta, fino a rivelazione e utilizzo di segreti d'ufficio. Sul caso è intervenuto anche il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, dichiarando: "Mi auguro che gli inquirenti facciano bene e in fretta il loro lavoro. E se c'è qualcuno che ha sbagliato, che paghi".

Anas, con una nota ufficiale, ha espresso "piena fiducia nell'operato della Magistratura" e ha assicurato la massima collaborazione. L'inchiesta ruota attorno ai fratelli Liani, sospettati di aver ottenuto "ingenti somme" o appalti, e si focalizza su quattro episodi chiave.

Il più rilevante riguarda l'appalto da oltre 388 milioni di euro per la "Variante Tremezzina", lungo il lago di Como. Proprio su questa gara, aggiudicata dal Consorzio Stabile Sis, sarebbero stati versati consistenti importi a Stefano Liani e Eutimio Mucilli, altri due indagati che avrebbero avuto "rapporti economici personali" con il Consorzio Stabile Sis.

La società ha però precisato che "né la società né alcuno dei propri dirigenti risultano indagati" e che la visita della Gdf è stata limitata all'acquisizione di documenti contabili.

L'indagine si concentra poi su altri appalti, tra cui la riqualificazione delle barriere di sicurezza sull'A4 Brescia-Soave, dove il Consorzio Stabile 3 Emme, riconducibile ai Liani, risulta coinvolto.

Altri indagati sono Nicholas Proietti, figlio di Giovanni, e Alberto Brentegani, consigliere dell'Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova. Nel mirino anche i lavori di manutenzione lungo la Sebina Occidentale e sulla statale della Val Tidone, anch'essi sospettati di essere stati pilotati a favore delle imprese dei fratelli Marco e Luigi Liani.

Dentro la notizia

I personaggi chiave dell’indagine sono i fratelli Stefano, Luigi e Marco Liani. In particolare, sottolineano i magistrati meneghini, “Luigi e Marco Liani, ex funzionari pubblici in virtù del pregresso ruolo rivestito presso Anas S.p.A., dopo aver interrotto li rapporto lavorativo con la società pubblica per passare all’imprenditoria privata, continuavano ad operare nel settore dell’edilizia pubblica e della costruzione e manutenzione di strade, autostrade, porti e aeroporti, attraverso società a loro riconducibili”.

Stefano Liani è stato dal 2015 al 2019 Responsabile della Direzione Progettazione e Realizzazione Lavori di Anas, con l’incarico di seguire tutte le fasi preliminari al lancio della gara milionaria bandita nel 2019 sulla statale S.S. 340 Regina, variante della Tremezzina. Secondo l’accusa formulata dai pm Giovanna Cavalleri e Giovanni Polizzi, avrebbe ricevuto dal Consorzio Stabile Sis una cifra complessiva di 485.896 euro, mentre Mucilli avrebbe intascato oltre 360 mila euro.

I due, sottolineano i magistrati milanesi, avrebbero “percepito ingenti somme dal Consorzio Sis”, precisamente nel contesto temporale in cui questo si aggiudicava un ingentissimo appalto bandito dalla struttura di Anas diretta dai medesimi. Il sospetto dei magistrati è che “le somme percepite dai due pubblici ufficiali, fossero funzionali a garantire al Consorzio Sis la fedeltà e la benevolenza dei due alti dirigenti pubblici, nell’assegnazione ma anche nella successiva esecuzione del remunerativo appalto in questione”.

Nella stessa vicenda è coinvolto anche Luigi Liani: avrebbe ottenuto una quota parte, pari a 70 mila euro, delle somme di denaro versate dal Consorzio Sis al fratello Stefano ed avendo ricoperto, prima di uscire in tempi più recenti da Anas, incarichi operativi proprio nell’appalto in questione.

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