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Cronaca
02 Ottobre 2024 - 05:30
Boh è stato ucciso da uno o due cacciatori
È caccia aperta al responsabile dell'omicidio di Boh, il gatto di Verolengo brutalmente ucciso durante una battuta di caccia che si è spinta troppo vicina alle case.
A lanciare l'iniziativa è l'associazione LNDC Animal Protection, che ha lanciato un appello sperando che ciò contribuisca a trovare il colpevole e a ottenere giustizia per Boh e la sua famiglia.
Piera Rosati, presidente dell'associazione, ha espresso dolore e indignazione per quanto accaduto, dichiarando: "Siamo vicini alla famiglia del micio e auspichiamo che le indagini possano identificare il killer."
Il gatto, che viveva con una famiglia amante degli animali in una tranquilla casa di campagna a Verolengo, è stato colpito mortalmente mentre si trovava a pochi metri dalla propria abitazione.
Quel giorno, il 25 settembre, sembrava cominciare come una normale giornata per la famiglia, ma si è presto trasformata in un incubo...
Il gatto Boh
Tutto è iniziato con una serie di colpi di fucile che hanno squarciato l'aria tranquilla della campagna. Gli spari, ravvicinati e insistenti, si sono uditi chiaramente dalla casa, facendo scattare l’allarme tra i familiari di Boh.
I colpi non solo erano vicini, ma alcuni pallini si sono addirittura conficcati nella ringhiera del balcone, a pochi metri dalla porta d’ingresso, facendo temere il peggio. La scena che si è presentata ai familiari, accorsi all’esterno per capire cosa stesse succedendo, era surreale: due cacciatori, con fucili in mano, stavano sparando a pochi passi dalle abitazioni, apparentemente incuranti delle conseguenze.
Solo due giorni dopo, un vicino di casa ha dato la tragica notizia alla famiglia: il corpo senza vita di un gatto era stato ritrovato. Quando la padrona di casa ha visto l'animale, il suo cuore si è fermato: non c'erano dubbi, era Boh, il suo amato micio. Ucciso dai colpi sparati senza alcuna precauzione e senza rispetto per la vita, animale o umana che fosse.
Boh non era solo un gatto per la famiglia, ma un membro a tutti gli effetti. Salvato dalla strada, curato con amore, era diventato parte integrante della vita quotidiana di quella casa. Le parole della proprietaria, colma di dolore e rabbia, rendono perfettamente l'idea dell'impatto devastante che la sua perdita ha avuto: “Ti abbiamo salvato, accudito, curato, accolto come uno di famiglia... E poi sono arrivati due omuncoli con un fucile in mano, convinti di essere dei piccoli dèi. Hanno sparato come se non ci fosse un domani, e ti hanno ucciso, come se fossi solo un bersaglio. Sì, sono venuti qui, a casa tua, per toglierti la vita. Buon ponte, Boh, loro hanno deciso per te, per noi. Ma il Karma farà il suo corso, te lo prometto.”
Queste parole esprimono la profondità del dolore e l'incredulità di fronte alla crudeltà del gesto. La famiglia non solo piange la perdita di un compagno di vita, ma riflette anche sul rischio corso quel giorno. La padrona di casa non può fare a meno di pensare alla sua bambina di un anno e mezzo: cosa sarebbe successo se la piccola fosse stata nei paraggi al momento degli spari? La tragedia avrebbe potuto avere proporzioni ben più gravi.
I due cacciatori vicino alle abitazioni
LNDC Animal Protection non è rimasta in silenzio di fronte a questo atto brutale. La presidente Piera Rosati ha espresso chiaramente la posizione dell'associazione: “L’uccisione di un gatto come Boh è un crimine che lascia un segno indelebile, non solo nella famiglia che lo ha perso, ma anche in tutta la società. Purtroppo, i cacciatori hanno da sempre l’arroganza di sparare senza alcun riguardo per chi c’è nei dintorni, e le politiche di questo Governo non fanno altro che alimentare questo loro senso di impunità e onnipotenza. È tempo di rivedere le regole sulla caccia e di prendere misure più severe contro chi provoca la morte di esseri innocenti."
L’associazione ha deciso di agire concretamente, lanciando un appello per individuare il cacciatore e chiedendo a chiunque abbia informazioni utili di inviarle all'indirizzo avvocato@lndcanimalprotection.org.
LNDC si impegna a collaborare con le forze dell’ordine affinché il responsabile, o i responsabili, venga identificato e perseguito. Questo atto non può restare impunito, e l'associazione invita tutti a non girarsi dall'altra parte: "La nostra battaglia per il rispetto e la protezione degli animali continua, e non ci fermeremo finché non avremo giustizia per Boh e per tutti gli animali vittime della crudeltà umana.”
Il tragico evento ha sollevato anche una questione più ampia: la sicurezza delle battute di caccia vicino alle abitazioni. È inaccettabile che i cacciatori possano spingersi così vicini alle case, mettendo a rischio non solo gli animali domestici ma anche le persone. Nel caso di Boh, gli spari sono stati talmente vicini che hanno colpito la ringhiera della casa, una chiara violazione delle normative di sicurezza.
Questo episodio accende ancora una volta i riflettori sulla necessità di un controllo più rigoroso dell'attività venatoria e sull'urgenza di rivedere le normative che regolano la distanza minima dalle abitazioni. La famiglia di Boh ha già sporto denuncia, chiedendo giustizia per il proprio amico a quattro zampe e sperando che episodi simili non si ripetano mai più.
Dal punto di vista legale, l'uccisione di un animale domestico è considerata un reato in Italia, e i responsabili rischiano pesanti sanzioni. Tuttavia, il problema principale rimane l'identificazione del cacciatore coinvolto. LNDC Animal Protection ha deciso di intraprendere tutte le azioni legali necessarie per far sì che il colpevole paghi per le proprie azioni, ma l'associazione non può fare tutto da sola. È per questo che ha lanciato un appello pubblico, chiedendo a chiunque abbia informazioni di farsi avanti.
Le indagini sono in corso e si spera che, con la collaborazione dei cittadini e delle autorità locali, si possa arrivare presto a un esito. Per ora, la famiglia di Boh può solo aspettare che la giustizia faccia il suo corso, mentre l'intera comunità di Verolengo si stringe intorno a loro in segno di solidarietà.
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