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Cronaca

Cibi scaduti serviti ai pazienti dell'ospedale

La denuncia con una circolare interna. Già in aprile il Nursind aveva segnalato il caso della mensa dell'ospedale. Chiesto un incontro con la dirigenza Asl

Chivasso ospedale

L'ospedale di Chivasso nella bufera

Cibi scaduti serviti ai pazienti dell'ospedale di Chivasso. L’allarme è stato lanciato tramite una circolare interna dopo che alcuni pazienti hanno manifestato leggeri malesseri. Il servizio di ristorazione è gestito da una cooperativa che detiene l’appalto per la mensa dell’intera ASL To4.

Le porzioni, infatti, erano state servite nonostante la data di scadenza riportata sulle confezioni fosse superata. In certi casi, è emerso che le date di scadenza siano state modificate manualmente.

Cgil, Cisl, Uil e Nursind hanno chiesto un incontro urgente all'Asl To4. "A seguito della segnalazione di pasti scaduti serviti ai pazienti degli ospedali dell'Asl To4 e con probabilità anche ai dipendenti, considerato il persistere delle gravi criticità già evidenziate anche nell'ultima riunione della commissione mensa, le organizzazioni sindacali hanno chiesto un incontro urgente", confermano i sindacalisti Luciano Perno, Ermes Zerbinati, Gian Livio Lembo, Serse Negro e Giuseppe Summa.

All'incontro è stata chiesta la presenza dei responsabili della Dussman, la ditta che gestisce il servizio in appalto.

Non è la prima volta che il servizio mensa ospedaliero dell'Asl To 4 finisce sotto accusa.

L'ospedale di Chivasso

Già in aprile, il Nursind, il sindacato degli infermieri, aveva condotto un sondaggio sulla qualità dei pasti serviti nelle strutture di Chivasso, Cuorgné, Ciriè e Ivrea, a seguito di numerose segnalazioni e testimonianze preoccupanti.

Pasta completamente cruda oppure scotta. Riso in bianco completamente incollato. Patate crude. Pesce stopposo. Spezzatino bruciato o carne durissima. Un girone infernale dove il cibo diventa un nemico per la salute e il palato. Un vero e proprio attentato alla salute dei dipendenti e dei pazienti.

Tra le segnalazioni, parecchi cibi deteriorati, tra cui un budino con muffa e banane completamente nere.

Messi peggio di tutti gli intolleranti. Una dipendente affetta da favismo ha dovuto rinunciare alla mensa. Sono scappati via a gambe levate anche molti celiaci, stufi di doversi mangiare una pasta prodotta con diversi giorni di anticipo.

Morale?

ALCUNE IMMAGINI

RISO

Dopo numerose segnalazioni e testimonianze preoccupanti da parte del personale relative al servizio, il Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, ha deciso di promuovere un sondaggio tra i 500 dipendenti che usufruiscono della mensa o del pasto in reparto.

I risultati non lasciano spazio alla libera immaginazione: il 90 per cento di loro ha letteralmente bocciato il servizio. Di questi, il 74% ritiene la qualità del cibo scarsa, il 22% mediocre e solo il 3% buona.

Percentuali simili anche per la quantità delle porzioni, valutata 'scarsa' dal 60% degli intervistati.

'La qualità del servizio mensa', dichiarava il responsabile territoriale Giuseppe Summa, 'è peggiorata notevolmente nell'ultimo periodo e circa il 77% dei dipendenti intervistati ha dichiarato che ciò è avvenuto dopo il periodo pandemico. Come Nursind abbiamo iniziato ad inviare i primi segnali di allarme all'azienda già nel 2022, ma la situazione è ormai diventata inaccettabile sia per i dipendenti che per gli utenti ricoverati.'

Snocciolando ancora i numeri, emerge che il 50% del personale intervistato dichiara di portarsi il cibo da casa e il 90% preferirebbe usufruire del buono pasto in sostituzione al servizio mensa.

'Proprio in una recente riunione sindacale', aggiunge Summa, 'assieme alle altre organizzazioni abbiamo chiesto di convocare urgentemente una commissione mensa bilaterale, con la partecipazione dei responsabili della ditta.'

E parliamo di un organismo molto utilizzato in passato, peraltro con il coinvolgimento del Tribunale dei diritti del malato; non foss'altro che il servizio offerto ai dipendenti è rivolto anche ai pazienti, e quindi le criticità segnalate dagli operatori sono spesso le stesse.

Il cibo, si sa, è fondamentale per la salute e il benessere, e un pasto scadente può rallentare la guarigione e peggiorare la degenza.

'Investire su una nuova strategia', concludeva Summa, 'è un obbligo, non un’opzione. La Direzione intervenga immediatamente e ponga fine a questo calvario. Non dimentichiamo i disagi dei dipendenti che utilizzano i buoni pasto, anch'essi vittime di un servizio indecente.'

Non solo un servizio scadente, ma un vero e proprio scandalo che richiede un'assunzione di responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti.

La replica dell'Asl To4

L'Asl To4 "si riserva di tutelarsi in tutte le sedi competenti" in merito alla somministrazione ai pazienti di pasti oltre la scadenza, avvenuta nei giorni scorsi all'ospedale di Chivasso.

L'azienda sanitaria sta effettuando tutte le verifiche del caso dal momento che il servizio mensa è appaltato a una ditta esterna. Alcuni pazienti avrebbero accusato dei lievi malesseri.

"Facendo seguito a una segnalazione di un reparto dell'ospedale, che ha rilevato difformità nelle date di scadenza riportate sull'etichettatura dei pasti confezionati, la direzione ha provveduto alla contestazione dell'addebito alla ditta - spiega Rita Ippolito, direttrice della direzione medica del presidio ospedaliero di Chivasso - ai reparti è stata diffusa una comunicazione di raccomandazione agli operatori, richiamando la necessità, come azione preventiva, di effettuare un controllo attento e puntuale delle date di scadenza riportate sulle etichettature dei pasti".

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