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Tre posti letto in più di terapia semi intensiva all'ospedale di Chivasso... C'è da mettersi a piangere!!!

Del Piano Arcuri del 2020 s'è realizzato ben poco. E se arrivasse una nuova pandemia?

Tre posti letto in più di terapia semi intensiva all'ospedale di Chivasso... C'è da mettersi a piangere!!!

Con una presentazione in pompa magna, presso l'ospedale di Chivasso, sono stati inaugurati tre nuovi posti letto di terapia semi intensiva (o subintensiva) e nuove apparecchiature per la risonanza magnetica, il mammografo, il radiologico digitale telecomandato e l’arco a “C”: tutte già operative da alcune settimane.

Un investimento complessivo di oltre 2 milioni e 200 mila euro, di cui oltre 1 milione da fondi PNRR.

"All’evento - si legge in un comunicato stampa diffuso dalla stessa Asl To4 - hanno partecipato il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, il sindaco di Chivasso, Claudio Castello, il direttore generale dell’Asl TO4, Stefano Scarpetta, l’assessore regionale Maurizio Marrone, la senatrice Paola Ambrogio, i consiglieri regionali Alberto Avetta, Andrea Cane, Gianluca Gavazza e autorità locali..."

"I nuovi tre posti letto di terapia semintensiva  - continuiamo a leggere - sono inseriti nell’ambito della Medicina Generale Chivasso, diretta dalla dottoressa Fiammetta Pagnozzi, e dedicati ai pazienti che necessitano di cure più complesse rispetto a quelle erogate in un reparto di media intensità, pur non richiedendo cure in ambito intensivo. La presenza di una Unità di Terapia Semintensiva consente una riduzione dei ricoveri impropri in strutture ad alta intensità di cura e, d’altro canto, evita i ricoveri di pazienti instabili o a rischio di instabilità in strutture di degenza a intensità di cura non adeguata alla criticità del malato. L’Unità di Terapia Semintensiva è situata al secondo piano dell’ala nuova dell’Ospedale di Chivasso (Medicina A) ed è costituita da tre postazioni collocate in open space attrezzato con consolle per osservazione e gestione dei pazienti. Le strumentazioni di cui dispone l’Unità consentono il monitoraggio clinico e strumentale dei pazienti con instabilità dei parametri vitali o a rischio di instabilità e permettono l’impiego di farmaci e tecnologie che necessitano di stretto controllo della persona assistita...".

E ci fermiamo qui, ma con l'amaro in bocca. L'inaugurazione di oggi, infatti, a pochi mesi dalle elezioni che si terranno a giugno ci sa tanto di presa per i fondelli, non tanto per quel che di buono si è fatto (e meno male che lo si è fatto) quanto per ciò che ci si aspettava si facesse.

Nel comunicato stampa "autoprodotto" dall'Asl To4 per fare i complimenti a sé medesima, infatti, mancano tutte le premesse e cioè che questi lavori, previsti e finanziati dal “Piano Arcuri”, si sarebbero dovuti realizzare nel 2020 (pensate a quanta acqua è già passata sotto i ponti) nel bel mezzo della pandemia. 

Per quattro anni su queste pagine abbiamo parlato  di cifre da capogiro pari a 4,2 milioni di euro utili ad incrementare  i posti letto in terapia intensiva, che nell’Asl To4 sarebbero dovuti passare da 19 ad un totale di 32 evitando così, nella seconda ondata (è finita la quarta e non c'è ragione di pensare che arrivi la quinta o la sesta), la chiusura delle sale operatorie utilizzate come reparti di rianimazione. 

E sarebbero stati dieci posti letto in più a Chivasso (oggi sono 6), due in più a Ciriè (anche qui attualmente sono 6), uno in più ad Ivrea (erano 7). Quindi, in totale, 16 a Chivasso, 8  a Ciriè e 8 anche ad Ivrea.  

Arcuri

E con quei soldi si sarebbero anche dovuti allestire 18 letti di terapia semi-intensiva, 6 per ognuno dei tre presidi ospedalieri  di cui la metà riconvertibili, all’occorrenza, in posti di terapia intensiva. 

Morale? A giugno del 2023, presso l'ospedale di Ivrea, con un investimento di circa 2 milioni di euro, di cui 1 milione e 100.000 euro di fondi del Decreto Legge 34 (ex Arcuri) si sono riusciti a ricavare due posti letto in semi intensiva in più e, come da programma, un posto letto in intensiva da aggiungere a quelli che già c'erano (7+1), nulla si sa di Ciriè e per Chivasso ci si dice oggi che si sono riusciti ad attrezzare appena 3 striminziti posti letto in semi intensiva, lasciando tutto il resto al “pian dij babi". 

Domanda. Dei 10 posti letto in intensiva che ne è stato?

Nel 2020 peraltro, s'era deciso anche altro. Si erano, infatti, aggiunti, fondi per altri lavori.

A Ciriè, 2,5 milioni di euro per l’adeguamento degli impianti tecnologici, antincendio e per la sicurezza nei luoghi di lavoro.  A Ivrea 1,5 milioni  per il rifacimento dei montanti elettrici e anche qui per l’impianto antincendio. A Chivasso, 5 milioni e 928mila euro per ristrutturazione del vecchio ospedale, in questo caso in base a un piano che doveva andare avanti sino al 2025.

Di fronte a tutto questo, la domanda a cui il direttore generale Stefano Scarpetta dovrebbe rispondere, se non a noi, di sicuro ai sindaci dell’Asl To4, è che cos’è che non ha funzionato o, se si preferisce, dove sta l’imbuto. 

In maniera dettagliata, puntuale e precisa... eventualmente prendendo per le orecchie il funzionario che avrebbe dovuto occuparsi di gestire tutto questo e lo ha fatto aggiungendo agli abituali “tempi morti”, altri “tempi morti”.

Uno scandalo da qualunque parti lo si guardi.

Un’offesa a quei cittadini che han dovuto prostrarsi alle restrizioni in gran parte dovute e provocate proprio dai limiti delle strutture sanitarie. 

Qualche colpa evidentemente ce l’ha anche la politica a cominciare da chi dovrebbe interagire con l’Asl ma non lo fa, forse credendo si possa fare a meno dello scontro totale.

Fin troppo chiara l’allusione al sindaco di Ivrea (Stefano Sertoli fino al 2023 e da lì in avanti Matteo Chiantore), che è anche, come dice lo statuto, presidente dell’Assemblea dei sindaci.

Da dove potrebbe cominciare con le domande? Beh, dalla Tabella dei tempi di realizzazione delle Opere Pubbliche aggiornata al 31.12.2022 che peraltro è l'unica che si può trovare sul sito dell'Asl To4.

Tabella dei tempi di realizzazione delle Opere Pubbliche aggiornata al 31.12.2022 

Di bene in meglio, o di peggio in peggio, di ritardi in ritardi ce n'è uno che rischia di non farci dormire la notte....

A che punto sono i lavori al pronto soccorso dell'Ospedale di Ciriè dettagliatamente descritti in una delibera dell'ottobre del 2023 e di cui poi, da lì in avanti, è calato il silenzio?

Si leggeva che la Direzione Generale dell'Asl to4 autorizzava la GUERRATO S.p.A. di Rovigo, Capogruppo in R.T.I. con la EDIL.CO S.r.l. di Matera, che si era aggiudicata l'appalto per i lavori di “Ristrutturazione del Pronto Soccorso" di Ciriè"con l’individuazione di distinte aree di permanenza per i pazienti sospetti COVID-19 o potenzialmente contagiosi" a subappaltare "un pezzo" alla EDILTECH S.r.l di Pieve Emanuele (MI).

Sul banco degli imputati (si fa per dire) oltre alla direzione generale dell’Asl To4 anche l’intero “Sistema Italia”.

In verità, infatti, se l’Asl To4 piange, le altre, non se la passano poi così tanto bene.

I direttori generali “capaci” ci sono ma si contano sulle dita di due mani. Lo ha sottolineato di recente anche la Corte dei Conti sulla base di un monitoraggio condotto dal Ministero dello Salute. Della serie: i soldi ci sono ma i lavori non partono.  Nel frattempo,  l’intero quadro degli interventi previsti con il d.l. 34/2020 (cioè il decreto rilancio) è stato inserito nel PNRR e si è deciso di allungare la realizzazione entro il 2026. 

Ce la faranno i nostri eroi? Boh!!!

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