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Il caso

Maxi furto in Canavese: i ladri rubano un telo largo 20 metri esposto in collina

Sulla gigantografia un noto personaggio del paese. Come hanno fatto a rubarlo senza che nessuno se ne accorgesse?

Maxi furto in Canavese: i ladri rubano un telo largo 20 metri esposto in collina

Maxi furto in Canavese negli scorsi giorni. 

Arriva da Barbania una storia a dir poco particolare: alcuni ladri hanno rubato un telone largo 20 metri e alto ben 12.

Come hanno fatto a portarlo via? Ma nessuno se ne è accorto? E dove stanno tenendo questo grosso telone? Le domande relative all’ultimo colpo portato a termine a Barbania sono moltissime e, in questi giorni, tutto il paese si è mobilitato per cercare la gigantografia scomparsa. Ad essere ritratto sul telone, infatti, non era una persona qualunque, ma Bernardino Drovetti, un personaggio che per i barbaniesi ha un enorme valore storico. 

Figlio del notaio Giorgio Drovetti e di Anna Vittoria Vacca, nacque a Barbania il 4 gennaio 1776. Sulla casa natale, tuttora esistente, è stata apposta una targa che ricorda la sua nascita. Fu console generale di Francia in Egitto, ed è ricordato per la raccolta di antichità da cui si creò il Museo Egizio di Torino.

Bernardino Drovetti 

Bernardino Drovetti è stato una figura di spicco nella diplomazia e nel collezionismo di antichità egiziane. Laureato in legge nel 1795 all’Università di Torino, iniziò la sua carriera come ufficiale dell’esercito napoleonico in Egitto nel 1798. Dopo essersi distinto in battaglia, intraprese una carriera diplomatica che lo portò a diventare vice-console nel 1806 e console generale nel 1811, posizioni che mantenne fino al 1829 con brevi interruzioni.

Durante il suo incarico, collaborò strettamente con Mehmet Ali, Viceré d’Egitto, nel liberare il paese dall’occupazione inglese e nel modernizzare le infrastrutture e l’istruzione. Utilizzò la sua influenza per ottenere il permesso di esportare antichità egiziane, avviando importanti scavi archeologici soprattutto a Tebe tra il 1816 e il 1821. I risultati di questi scavi formarono collezioni preziose che furono vendute a diversi musei europei, contribuendo significativamente all’arricchimento del Museo Egizio di Torino e del Louvre.

Nel 1829 per motivazioni di salute ritornò in Europa e fino alla sua morte, nel 1852, Drovetti rimase una figura centrale nella cultura e nella politica sia in Piemonte che a livello internazionale.

Il Museo Egizio di Torino

Oggi la sua eredità vive al Museo Egizio di Torino, dove un busto lo commemora all’ingresso; per omaggiarlo, poi, era stato proprio il Museo con la sua organizzazione di restauro ad aver realizzato una gigantografia esibita sulle pareti del Palazzo del Collegio dei Nobili di Torino, opera poi donata al Comune di Barbania ed esposta sulla collina all’ingresso del paese. Stessa gigantografia che, negli scorsi giorni, è sparita. 

Il sindaco uscente di Barbania, Giuseppe Drovetti, a metà della settimana appena passata avrebbe anche fatto denuncia alla stazione dei carabinieri locali. 

Il telo, esibito sulla collina alla Baronina, era stato ripiegato nei giorni di pioggia per non farlo rovinare e, una volta terminato il temporale, non c’era più. E mentre tutto il paese continua a mobilitarsi per trovare la gigantografia, dall’amministrazione comunale uscente si solleva un’unica richiesta: “riportateci il nostro Drovetti”.

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