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Cronaca

Emergenza nella notte di sabato: un uomo finisce nelle acque del canale

Da anni l'hanno ribattezzato come "il fiume della morte"

CanaleEnel

Il canale Enel che va da San Mauro a Chivasso

Un drammatico salvataggio ha avuto luogo sabato sera nelle fredde acque del canale Cimena, a Gassino Torinese, dove un uomo di 63 anni (P.P), di nazionalità italiana, è stato recuperato in gravi condizioni dai vigili del fuoco. L'incidente, avvenuto in circostanze ancora da chiarire, ha scatenato un intervento immediato delle forze di soccorso dopo l'allarme lanciato intorno alle 23.

Ricoverato d'urgenza all'ospedale di Chivasso, l'uomo è stato trattato in codice rosso per ipotermia, una conseguenza diretta del prolungato contatto con l'acqua gelida del canale, un corso d'acqua artificiale che attraversa la zona.

Ora è in buone condizioni e sembra che abbia tentato di togliersi la vita.

Le indagini sono in corso per determinare le cause che hanno spinto l'uomo a finire nelle acque del canale Cimena. Questo evento sottolinea l'importanza della sicurezza nei pressi dei corsi d'acqua, soprattutto in condizioni di scarsa visibilità o durante le ore serali. Le autorità competenti stanno lavorando senza sosta per fare luce sulla vicenda, mentre la comunità attende con ansia ulteriori aggiornamenti sulle condizioni dell'uomo e sui risultati delle indagini.

Immagine di repertorio

Non è la prima volta...

Il “fiume della morte”, lo chiamano così. In cinquant’anni ha ucciso più di ottanta persone. La media è di quasi due morti all’anno all’interno di quello che ormai è diventato un vero e proprio di teatro della morte.

È il canale Enel Cimena, che attraversa il territorio dei comuni di San Mauro Torinese, Castiglione Torinese, Gassino e finisce ad alimentare la centrale idroelettrica di San Raffaele Cimena, nei pressi di Chivasso. Un vero e proprio luogo della tragedia che nel corso degli ultimi anni ha inghiottito numerose persone e pure animali. 

I 12 chilometri del canale, che prende origine dalla diga sul Po, a valle del ponte Vittorio Emanuele, a San Mauro, e che, dopo aver costeggiato centri abitati ed aree agricole, si immette in una galleria sotterranea in corrispondenza della centrale idroelettrica, per lunghi tratti, non sono protetti né da reti né da altri sbarramenti. 

Rimostranze sono arrivate anche dai sindaci della collina che da anni cercano di combattere il problema.

Nel corso degli anni, le amministrazioni hanno scritto più volte ad Enel per chiedere di costruire delle recinzioni, la famiglia di una vittima ha anche fatto causa ad Enel ma anche la legge ha stabilito che all’Enel spetta solo mettere un cartello e la barriera. A questo punto, dunque, la palla non puo’ che passare nelle mani delle amministrazioni che, con le risorse e i mezzi che hanno a disposizione, proveranno ad intervenire.

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