Cerca

Caluso

Addio a "Talin": aveva 102 anni ed era tra i più longevi partigiani del Canavese

Si è diffusa in serata la notizia della scomparsa di Vitale Salvetti

Addio a "Talin": aveva 102 ed era tra i più longevi partigiani del Canavese

Il partigiano Talin era del 1921

"La vita è così grande che quando sarai sul punto di morire pianterai un ulivo convinto ancora di vederlo fiorire".

Con le parole di "Sogna, ragazzo, sogna" di Roberto Vecchioni, Marta Salvetti ha annunciato con un post su facebook questa sera la scomparsa del nonno Vitale Salvetti, il partigiano Talin.

Aveva 102 anni, ne avrebbe compiuti 103 il 23 luglio prossimo. Era il più longevo partigiano di Caluso, in Canavese.

"Ci hai lasciati con la serenità e la tenerezza con cui hai sempre vissuto - lo saluta la nipote, Marta -. Un esempio di amore e allegria. Sempre con il sorriso sulle labbra e la voglia di vivere fino all'ultimo respiro. Ciao Nonno, fai buon viaggio".

Nato il 23 luglio del 1921 Talin, durante la lotta Partigiana ha combattuto nella formazione autonoma “Val d’Orco”.

Talin con i figli Carlo e Franca

Era il decano dei partigiani  calusiesi, insignito della Medaglia della Liberazione istituita dal Ministero della Difesa: nel 1943 riuscì a scappare per ben due volte ai rastrellamenti dei nazi-fascisti.

“La prima volta - raccontava Talin in un’intervista al nostro giornale rilasciata qualche tempo fa - ero riuscito a saltar giù dal camion, lungo la strada che porta a Valperga; la seconda volta scappai ai soldati qui a Caluso, in piazza Ubertini. Mi avevano prelevato davanti a casa. Da allora decisi di entrare a far parte dei Partigiani. All’interno dell’Ottava Divisione mi occupavo di accudire malati e dell’approvvigionamento di generi alimentari. Posso ritenermi davvero un fortunato”. Proprio nel periodo in cui si nascondeva dai nazi-fascisti aveva conosciuto quella che poi divenne sua moglie, Anna di Candia Canavese: “Ci siamo conosciuti tra le campagne - raccontava Talin -.  Io facevo già la staffetta partigiana”.

Terminata la Guerra, Vitale Salvetti si dedicò alla campagna e poi venne assunto dal Comune di Torino come bidello per la scuola elementare di corso Novara.

Vitale Salvetti ha vissuto in via Piave, a Caluso, nel rione Pescarolo. Si è sposato con Anna di Candia Canavese: “Ci siamo conosciuti tra le campagne. Io facevo già la staffetta partigiana”, ci raccontò in un'intervista.

La sua passione per la vigna è stata tramandata al figlio Carlo e alla nipote Ilaria che oggi conduce l’omonima azienda vitivinicola “Ilaria Salvetti”. E proprio al nonno ha dedicato il suo Caluso Passito Docg, chiamandolo “Talin”.

Vitale Salvetti è stato un esempio, fino all'ultimo, di come affrontare la realtà con lucidità, comprensione e disponibilità verso il prossimo. Un uomo che, nonostante le traversie della guerra, è rimasto solare e sempre positivo. 

Nel 2020, all'età di 99 anni, con un video trasmesso su Facebook dalla sezione Anpi "Staffetta Partigiana" di Caluso, ha mandato un messaggio per il 25 Aprile: "L'Italia ha bisogno oggi più che mai di speranza, unità e radici che sappiano offrire la forza e la tenacia per poter scorgere un orizzonte di liberazione. Noi dell'Anpi, nel giorno del ricordo e della memoria di tutti i partigiani e del valore altissimo espresso, invitiamo il Paese intero a celebrare il 25 Aprile come una risorsa. Viva l'Italia e viva i Partigiani".

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori