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Cronaca
08 Marzo 2024 - 06:00
Festini, crack, prestazioni sessuali e sfruttamento della prostituzione.
È questa la storia che arriva questa settimana da Settimo Torinese, città da cui è partita la denuncia relativa alle “feste” che avevano luogo in un appartamento nella periferia di Torino.
La vicenda risale al 2021. In un’abitazione privata a Torino, un transessuale avrebbe organizzato svariati festini con alcune prostitute. Lo schema era semplice: le donne avevano dei rapporti sessuali e, a seguito delle prestazioni, venivano “pagate” con delle dosi di crack che consumavano assieme al proprietario di casa. A gestire il tutto, era proprio il padrone dell’abitazione, che nella maggior parte dei casi si occupava di contattare i vari spacciatori e procacciare gli stupefacenti per le serate.
Alcuni estratti dalle telecamere di video-sorveglianza
La situazione, al tempo, aveva sollevato anche le proteste dei condomìni torinesi, preoccupati per il via vai di gente nei pressi della via, con il portone del condominio che spesso restava aperto esponendo al rischio di furti ed effrazioni anche gli altri inquilini dell’abitato.
La situazione sarebbe andata avanti fino al 2021, momento in cui una delle prostitute, che in cambio di droga frequentava la casa, avrebbe deciso di sporgere denuncia alla stazione dei carabinieri di Settimo Torinese, che hanno gestito e si sono occupati dello svolgimento dell’intera indagine.
Il transessuale proprietario della casa, lo scorso aprile, era stato condannato in abbreviato a due anni e otto mesi di reclusione e 3mila euro di multa per sfruttamento della prostituzione (aggravata dal fatto che le persone in questione fossero tossicodipendenti).
Si è chiuso invece la scorsa settimana il dibattimento relativo ai due presunti spacciatori che avrebbero rifornito la “casa dei festini”, entrambi assolti su richiesta delle avvocate Stefania Agagliate, Silvia Bregliano e Flavia Pivano.
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