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Cronaca

Un altro operaio travolto da un treno sui binari

Il terribile incidente ad esattamente cinque mesi dalla strage di Brandizzo in cui morirono cinque lavoratori

Ancora un operaio è morto travolto da un treno

Ancora un operaio è morto travolto da un treno

Un operaio di 51 anni è morto poco dopo la mezzanotte travolto da un treno alla stazione di Chiari, nel Bresciano.
L'uomo stava lavorando all'interno di un cantiere in stazione per una ditta esterna ed è stato investito da un treno che probabilmente la vittima non ha visto arrivare per la nebbia fitta.

Si chiamava Joao Rolando Lima Martins ed era di nazionalità portoghese. L'uomo era dipendente della società Rebaioli, con sede a Darfo Boario Terme, ditta esterna a Rfi, ed è stato investito dal treno Bergamo-Napoli mentre si trovava sui binari per svolgere lavori ad un traliccio dell'alta tensione. La Procura di Brescia ha aperto un'inchiesta e attende le relazioni per ricostruire nel dettaglio l'accaduto. Le indagini sono state affidate alla Polizia ferroviaria di Brescia.

La tragedia è avvenuta ad esattamente cinque mesi dalla strage di Brandizzo quando cinque operai persero la vita mentre lavoravano sui binari e venenro travolti da un treno diretto a Torino e proveniente da Alessandria.

A perdere la vita furono Michael Zanera, 34 anni; Giuseppe Sorvillo, 43 anni; Saverio Giuseppe Lombardo, 52 anni; Giuseppe Aversa, 49 anni; Kevin Laganà, 22 anni.

L'analisi della scatola nera del treno che ha travolto e ucciso cinque operai a Brandizzo aveva assolto i due macchinisti.

Quella sera il convoglio era lanciato ai 160 chilometri orari lungo quei binari che portano a Torino e tutti i semafori erano verdi.

Via libera, dunque. Nessun pericolo. Tutte condizioni che rendevano legittima quella velocità.

Per frenare, fermare la corsa e salvare la vita agli ignari operi, occorreva più di un chilometro. Milletrecento metri. Ecco, quei milletrecento metri erano la distanza necessaria a tracciare quel confine così sottile tra vita e morte, quella tragica notte.

Invece, le sagome degli operai sono apparse all'improvviso nei coni di luce dei fari del treno.

Il macchinista ha fatto di tutto. Il possibile e forse anche l'impossibile. Lo dimostrano i segni di frenata lasciati sui binari e riscontrati dalla Polfer nei giorni immediatamente successivi alla strage. Ma ci sono volte in cui neppure l'impossibile è sufficiente.

Kevin Laganà, Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Giuseppe Aversa e Saverio Giuseppe Lombardo quando hanno sentito il treno, se lo sono ritrovati addosso. Impossibili scansarsi quando ad arrivare è un convoglio lanciato a tutta velocità.

Le cinque vittime della strage

Perché fossero lì, perché stessero già lavorando per sostituire quel binario, sarà la magistratura ad accertarlo.

La Procura di Ivrea ha iscritto, per ora, sei persone nel registro degli indagati. Tra queste, i due macchinisti non ci sono mai state. non sono mai neppure stati iscritti nel registro degli indagati.

Lo scorso 4 dicembre Antonio Massa, il caposcorta di Rfi indagato per la strage ferroviaria costata la vita a cinque operai è comparso in Procura ad Ivrea per l'interrogatorio.


Piumino, cappuccio alzato sulla testa e un paio di occhiali scuri, era accompagnato dall'avvocato Antonio Maria Borello.

Antonio Massa con il suo avvocato Antonio Maria Borello

Ad attenderlo per l'interrogatorio c'erano i pubblici ministeri che stanno svolgendo le indagini, ma lui non ha risposto alle domande dei magistrati.

"Si è avvalso della facoltà di non rispondere - dichiara l'avvocato Antonio Maria Borello -. E' un suo diritto, ma è supportato da una sua condizione di estrema fragilità ed estrema sofferenza riscontrata anche dalla psicoterapeuta da cui è in cura. Lui in questo momento non è assolutamente in grado di affrontare un interrogatorio. Avevamo già anticipato questa scelta alla Procura di Ivrea nei giorni scorsi per correttezza e per eleganza siamo venuti qua".

Di Massa, l'avvocato Borello dice: "E' una persona lucida, ma fragile. Noi in questo momento dobbiamo tutelare l'uomo, quindi dobbiamo rispettare la sua fragilità".

L'interrogatorio non si è svolto, ma quei pochi minuti durante i quali sono state effettuate le generalizzazioni, per Massa sono stati traumatici: "Non è assolutamente in grado di reggere un interrogatorio. Un uomo in sofferenza non riesce a difendersi bene" sottolinea l'avvocato Borello.

Il legale poi aggiunge: "Il mio pensiero, quello di Massa, il nostro pensiero va ovviamente alle famiglie di coloro che hanno perso la vita quella tragica notte. Il dolore delle famiglie è lo stesso di Massa. Affronteremo insieme questo percorso cercando di ricostruire l'uomo in questo momento".

Oltre al tecnico di Rfi, Antonio Massa, 48 anni, e il caposquadra della Sigifer, Andrea Girardin Gibin, 53 anni, sono stati iscritti anche 4 dirigenti della Sigifer, l'azienda di Borgo Vercelli per cui lavoravano le vittime.

Indagini a tappeto fino a Roma

I magistrati, nei giorni scorsi, hanno ordinato lo svolgimento di controlli sui telefonini reperiti a una dozzina di persone tra Bologna e Roma con la formula delle "acquisizioni presso terzi".

Non ci sono dunque nuove iscrizioni nel registro degli indagati.

Sotto la lente d'ingrandimento della Procura starebbero passando le comunicazioni via whatsapp di dirigenti e dipendenti della ditta Clf di Bologna e della Salcef di Roma, per accertare la catena dei subappalti.

Tra Rfi e Sigifer, insomma, potrebbero esserci degli anelli di congiunzione e, analizzando le comunicazioni passate sugli smartphone si tenterà di ricostruire la catena

Parallelamente, la Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia della Camera, presieduta dall'onorevole Chiara Gribaudo del Pd,  ha avviato le sue indagini. Nei giorni scorsi sono stati sentiti i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl dei sindacati di categoria del settore dei trasporti.

L'ONOREVOLE CHIARA GRIBAUDO

La parlamentare piemontese è stata tra le prime autorità a raggiungere Brandizzo il giorno dopo la strage. Era presente anche quando la segretaria del Pd Elly Schlein è venuta a portare il cordoglio del suo partito, e quando si è tenuta la marcia in memoria dei cinque operai morti quella tragica notte, marcia terminata con un consiglio comunale aperto cui ha assistito anche l'onorevole Gribaudo al fianco di sindaci e consiglieri regionali.

Le indagini della Commissione Parlamentare d'Inchiesta correranno di pari passo con quelle della Magistratura ordinaria.

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